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Le case del destino. Uomini, fatti e segreti dell’industria del gioco d’azzardo in Italia dalla fine dell’Ottocento a oggi

Riccardo Mandelli
Bologna, Odoya, 318 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2015

tenne il primo convegno sul gioco pubblico: un gruppo di studiosi, afferenti a diverse
discipline, decise di intrecciare esperienze e competenze professionali specifiche per affrontare,
con metodo scientifico, una tematica fino allora trascurata o, al più, confinata
nell’ambito degli studi di storia delle tradizioni, di antropologia o di letteratura popolare.
Nacque allora la prima «scuola» di studi sul gioco.
Oggi i lavori sul gioco d’azzardo sono numerosi e diversificati: tra questi, quello di
Mandelli apre uno squarcio sul mondo dei casinò, solitamente percepiti come luoghi di
perdizione. L’a. compie, con ampia e particolareggiata documentazione d’archivio (che
copre l’ultimo secolo di storia italiana), una caleidoscopica analisi dei quattro casinò del
paese, indagando vincite e perdite e affrontando così questioni finanziarie, politiche e
criminali non registrate dalla storiografia. Significativa l’indagine condotta tra spionaggio
e intrecci finanziari, politici e criminali, nelle pieghe del delitto Matteotti, sul ruolo
fondamentale avuto dagli uomini di governo in affari poco trasparenti. L’a., rifacendosi
a suoi precedenti studi (Al casinò con Mussolini. Gioco d’azzardo, massoneria ed esoterismo
intorno all’ombra di Matteotti, Torino 2012 e Decreti sporchi. La lobby del gioco d’azzardo
e il delitto Matteotti, Ravenna 2015), mostra come, attraverso quelle ricerche, fosse giunto
a scoperchiare il «vaso di Pandora» legato a scandali e malaffare, facendo luce sulla
corruzione di molti gerarchi fascisti e dell’aristocrazia italiana (e ipotizzando persino il
coinvolgimento della famiglia reale) nel rilascio di concessioni autostradali, petrolifere e
relative alla gestione del gioco d’azzardo.
Il volume ha una scrittura piana, che avvolge il lettore anche grazie all’efficace impianto
narrativo; il piano delle ricostruzioni, inoltre, rimanda a una ricca e articolata
documentazione d’archivio, attenta alle storie delle imprese e dei loro protagonisti. Attraverso
gli organigrammi delle società, coglie altresì le dinamiche nella cui ombra hanno
proliferato, in una sorta di area grigia tra legalità e illegalità, alcuni grandi gruppi
economico-finanziari italiani.
Non mancano tuttavia alcune ardite «fughe in avanti» sul piano delle interpretazioni,
forse per soddisfare esigenze di carattere narrativo: in quei casi, sarebbe stato più
opportuno tenere ancorata la scrittura ai dati documentali, affinché lo studio risultasse
totalmente centrato sul piano della ricerca scientifica.
È infine interessante segnalare che, nonostante i pionieristici fronti di studio non
abbiano di solito incontrato favorevole accoglimento, quelli sul gioco siano oggi lavori (e
il volume di Mandelli ne è per certi versi una dimostrazione) pienamente accreditati sul
piano scientifico, a riprova dell’effrazione di un pregiudizio che, sul fronte della conoscenza,
non aveva – e non ha – alcun motivo di esistere.

 Ornella De Rosa