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Le «sacre pietre» e le ciminiere. Sviluppo industriale e patrimonio culturale a Siracusa (1945-1976)

Melania Nucifora
Milano, FrancoAngeli, 300 pp., € 37,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume di Melania Nucifora indaga un tema di ampia portata, ovvero il rapporto tra tutela del territorio italiano e sviluppo industriale nei tre decenni successivi al conflitto mondiale, in relazione a un caso di studio specifico, quello della trasformazione urbana di Siracusa. Caso che appare interessante a più di un titolo, in primo luogo per la rilevanza del patrimonio storico-archeologico della città e per il carattere radicale di alcune delle scelte legate allo sviluppo industriale dell’area.
Il lavoro si colloca all’interno di un filone di studi recenti che hanno decostruito narrazioni e pratiche della tutela nell’Italia degli anni ’50-’70, sottolineando l’ampia diffusione di un paradigma interpretativo (ben rappresentato dagli scritti di Antonio Cederna e dalle campagne condotte da riviste come «Il Mondo» e «L’Espresso») basato sulle metafore del «sacco» e della «speculazione» e sull’idea che lo sviluppo del paese portasse con sé un inevitabile depauperamento del suo patrimonio naturale e artistico. La ricerca conferma l’ampia diffusione di simili posizioni nell’Italia del secondo dopoguerra e al tempo stesso ne mette in discussione la validità interpretativa, attraverso un approccio che appare attento tanto all’articolazione dei dibattiti quanto alle pratiche legate alla trasformazione del territorio.
Il volume si muove su un duplice binario, di storia culturale da un lato e di storia dei processi amministrativi dall’altro. Una parte del lavoro ricostruisce lo spettro delle posizioni intorno al tema della tutela, nella dialettica tra tendenze «conservazioniste», «sviluppiste» e «riformiste»: un percorso che trova appoggio nelle biografie intellettuali di personaggi chiave della vicenda siracusana quali Giuseppe Agnello, Vincenzo Cabianca, Santi Nicita. Un’altra parte osserva, nella dimensione concreta dell’azione, le vicende amministrative e burocratiche legate alla conservazione: a essere oggetto d’attenzione sono le attività di specifiche burocrazie, come l’ufficio tecnico comunale o la Commissione provinciale per la tutela delle bellezze paesaggistiche e naturali, o l’iter di alcuni progetti, come quelli per il parco archeologico della Neapolis, i provvedimenti per la tutela di Ortigia, o i due piani regolatori postbellici.
Il volume si propone come un solido punto di partenza per analoghe ricerche che possano verificare, attraverso un approccio comparativo, la tenuta di alcune delle ipotesi interpretative proposte. Il suo punto di forza sta nella capacità dell’a. di muoversi con competenza tra letterature specialistiche di diversa provenienza, mostrando la fecondità delle connessioni reciproche tra storia amministrativa, storia ambientale, storia dell’urbanistica, storia della conservazione, storia delle culture politiche locali. Di qui alcune delle ipotesi interpretative più feconde, in particolare quella che vede il periodo del centrosinistra a Siracusa come una fase riformista ricca di sperimentazioni concrete intorno alle forme di una possibile conciliazione tra tutela e sviluppo alla luce di una nuova nozione di cittadinanza.

Filippo De Pieri