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Lelio Pagani (a cura di) – L’Ateneo dall’età napoleonica all’unità d’Italia. Documenti e storia della cultura a Bergamo – 2001

Lelio Pagani (a cura di)
Bergamo, Edizioni dell’Ateneo, pp. 352, ill., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2001

Negli ultimi anni sono comparsi diversi studi sulle origini e le attività delle accademie dell’Ottocento e del primo Novecento e sui rapporti da queste intrattenute con lo Stato, sia nell’età della Restaurazione che dopo l’Unità. Quest’opera si inserisce quindi in una serie di lavori che finalmente hanno posto l’accento sull’importanza che questi luoghi di aggregazione degli intellettuali hanno avuto anche in età contemporanea.
Di questo filone di studi, spesso originati da ricorrenze e celebrazioni, il volume in questione riflette alcuni dei limiti, distinguendosi tuttavia per talune scelte originali.
I limiti riguardano la parte dedicata alla ricostruzione storica (saggi di M. Mencaroni Zoppetti, E. Gennaro, M. Gelfi, M. Eynard, V. Marchetti, J. Schiavini Trezzi, S. Caldarini Mazzucchelli, M. Vavassori, L. Tironi, B. Bocci). Dell’Ateneo di Bergamo, creazione esemplare della politica culturale napoleonica e accademia importante nel contesto culturale Lombardo-Veneto di età asburgica, sono rapidamente ripercorse le origini sei- e settecentesche (da cui la fusione ottocentesca dei due modelli di sociabilità culturale: l’umanistico-enciclopedico e il tecnico-agronomico), e sono segnalate alcune figure particolarmente importanti (il fondatore, il promotore, i presidenti, i segretari ecc.) e le più forti iniziative culturali. Questa successione di figure ed eventi esemplari non basta però ad inquadrare la vicenda bergamasca nel più ampio contesto culturale e scientifico dell’età della Restaurazione.
Come altre opere piuttosto recenti hanno dimostrato, la storia di una singola accademia, radicata in un preciso contesto urbano, difficilmente riesce ad aprirsi ad un ampio panorama nazionale e ad un inquadramento comparativo. Di questo inquadramento e di questa apertura comincia tuttavia a sentirsi l’esigenza anche per la storiografia sul primo Ottocento.
Del resto, intento complessivo del volume (i cui saggi, singolarmente considerati, mostrano comunque un serio approccio storiografico e restituiscono una buona rappresentazione di importanti fasi della vita culturale cittadina), come anticipa il curatore nel saggio introduttivo, è quello di ripercorrere in vari sensi l’importanza del ?luogo Accademia?, cioè dell’edificio ?sede? (pp. 16-7) nella realtà urbana.
Molto interessante, da questo punto di vista, la seconda sezione (contributi di R. Poggiani Keller, G. Colmuto Zanella, B. Cassinelli, G. Labaa, P. Angelini), i cui saggi analizzano la vicenda della sede dell’Ateneo come ?spazio pubblico? con gli strumenti della storia urbana, della storia della politica edilizia e dei restauri.
Completa il volume, già ricco di immagini in testo, una rassegna iconografica a cura di M. Mencaroni Zoppetti.
In definitiva, si tratta di un lavoro più utile a quanti si occupano della storia e della portata simbolica degli spazi pubblici, che non a quanti siano più strettamente interessati alla storia della sociabilità culturale ottocentesca e ai complicati rapporti fra questa e il potere politico.

Maria Pia Casalena