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L’età del disordine. Storia del mondo attuale 1968- 2017

Tommaso Detti, Giovanni Gozzini
Bari-Roma, Laterza, 210 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2018

La consolidata coppia di aa. di apprezzati testi manualistici ci offre qui un sintetico
e incisivo lavoro che illustra una storia degli ultimi cinquant’anni come chiave per capire
«il mondo attuale». Il volume fa parte di una tendenza diffusa a superare la tradizionale
reticenza degli storici ad applicare le proprie metodologie e categorie ai tempi più recenti,
sotto la spinta di un vivace dibattito internazionale.
Uno dei punti di originalità e al tempo stesso di avvio del volume è l’identificazione
di una cesura rilevante per comprendere la contemporaneità negli anni ’70, e in particolare
in quella prima fase che si colloca tra la contestazione giovanile globale del 1968, la fine
dell’equilibrio monetario postbellico nel 1971 e la crisi petrolifera del 1973. Nel contesto
segnato da questi eventi simbolici, emergevano i primi effetti della crisi di un solido modello
globale (l’«età dell’oro» di Hobsbawm). Assieme ai primi segnali di processi inediti
di articolazione sociale, di mutamento politico e di uscita dalle difficoltà economiche.
Che sarebbero poi confluiti nella dinamica della «globalizzazione», intesa non come un
meccanismo spontaneo indotto dall’innovazione tecnologica, ma come un intreccio di
risposte a sfide e di scelte politiche che hanno prodotto un inedito e diverso equilibrio
complessivo. Detti e Gozzini si ispirano qui a riflessioni storiografiche sempre più diffuse
e autorevoli che spostano a questi anni la cesura privilegiata per comprendere il nostro
mondo, rispetto a più classici paradigmi come la fine della guerra fredda.
Il volume quindi segue il percorso di consolidamento del nuovo assetto, con le enormi
trasformazioni connesse ma anche con le sue contraddizioni e i suoi punti di crisi,
attraverso agili capitoletti dedicati alle diverse dimensioni: l’economia, il commercio e
la finanza; le migrazioni; i mutamenti culturali, demografici e comunicativi; le questioni
delle relazioni internazionali tra pace e guerra (in due capitoli, che tornano a essere divisi
dalle vicende del 1989); gli scenari del nuovo millennio. Una breve Appendice finale colloca
con qualche rapido tratto il caso italiano nell’orizzonte dei problemi descritti.
Il volume è sintetico e non può seguire in dettaglio eventi complessi, ma il tratto
è sicuro e convincente nell’affrontare i processi globali anche attraverso situazioni locali
specifiche (geograficamente articolate), il cui rimando reciproco costituisce uno dei punti
di forza della narrazione. Qualche tema appare più ampiamente trattato di altri e questo
è del tutto comprensibile nell’orizzonte della soggettività di ogni autore: si pensi all’insistenza
sulla questione dell’ineguaglianza sia interna ai singoli paesi che comparativa.
Un cenno finale al titolo. La categoria del «disordine» non è nuova per definire i
nostri tempi convulsi: il richiamo implicito ad epoche più ordinate rischia però forse
di fagocitare di nuovo il senso complessivo del volume in una specie di contrappunto al
presunto «ordine bipolare» precedente.

Guido Formigoni