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L’industrializzazione del comprensorio del Vajont. Intervento speciale, ricostruzione economica e sviluppo dopo la catastrofe (1963-2000)

Agostino Amantia
Bologna, il Mulino, 504 pp., € 38,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume racconta con grande efficacia e puntualità il percorso di sviluppo economico e sociale della Provincia di Belluno, nello specifico del comprensorio del Vajont, per effetto delle leggi speciali emanate dopo il disastro del 1963. Questa legislazione, infatti, attraverso la creazione di consorzi per lo sviluppo industriale, consente la piena realizzazione di un processo di crescita e di profonda trasformazione del territorio.
Il libro, che si apre con un lungo saggio introduttivo di Giovanni Luigi Fontana, dedicato alla plurisecolare presenza di attività manifatturiere e industriali nella montagna veneta, è costruito intorno ad una precisa scansione temporale. La prima fase dell’analisi si sofferma sugli anni ’50 del ’900, quando l’area del Vajont è ancora caratterizzata da una condizione di sottosviluppo, che alimenta consistenti flussi migratori. Negli anni immediatamente precedenti alla catastrofe si apre la seconda fase della storia di questo territorio, quando un primo processo d’industrializzazione è promosso dalle comunità locali attraverso il Bacino imbrifero montano (Bim) Piave, il quale nel 1960 decide di intervenire per finanziare un equilibrato sviluppo dell’intera Provincia. In questi anni, la crescita industriale si muove su piani diversi. Se dal basso essa è promossa dalle istituzioni intermedie (oltre al Bim Piave, i Comuni e la Camera di commercio), a un livello più alto agiscono le autorità, dal prefetto al vescovo fino al segretario della Democrazia cristiana, che cercano di ottenere il consenso e l’appoggio del potere centrale.
Nel complesso, dunque, si tratta di un processo «guidato» che assume una dimensione nuova e diversa dopo la catastrofe del 1963, quando l’esecutore delle trasformazioni economiche diventa il Conib (Consorzio per il nucleo di industrializzazione della Pro- vincia di Belluno). Da questo punto di vista, il disastro del 9 ottobre 1963 rappresenta un netto spartiacque, non solo in riferimento alle dinamiche sociali e alla vita quotidiana della comunità bellunese, ma anche nei termini di una spinta forte e decisa verso un profondo mutamento economico, di netta rottura rispetto al passato. Il percorso di industria- lizzazione promosso dal Conib si può suddividere in due momenti: tra il 1964 e il 1970 si adotta la formula della cessione a terzi del diritto di ricostruire con un ruolo decisivo svolto dalla Commissione provinciale; il Conib, capace di elaborare una propria progettualità, assume una funzione chiave negli anni successivi tra il 1972 e il 1992. Diversi sono i siti industriali realizzati in questo secondo periodo, con ragguardevoli investimenti, i quali permettono di raccordare la montagna con la pianura veneta, anch’essa in forte espansione. Nel bellunese affluiscono manager e tecnici che formano i quadri e organizzano le fabbriche (ampio spazio nel volume è dedicato alle vicende delle singole imprese), mentre la manodopera si specializza in settori produttivi del tutto nuovi. Si definisce, così, un’esperienza di sviluppo locale per molti aspetti unica e irripetibile.

Augusto Ciuffetti