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Lino Bellaggia – Lettore di professione fra Italia e Stati Uniti. Saggio su Paolo Milano – 2000

Lino Bellaggia
Bulzoni, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Lino Bellaggia ricostruisce in questo volume, con pazienza e con grande finezza interpretativa, la vicenda intellettuale e l’attività culturale pubblica di Paolo Milano (1904-1988), critico letterario de “L’Espresso” per circa trent’anni ma, soprattutto, fine conoscitore della letteratura moderna americana apprezzata e incontrata dapprima come scoperta inattesa sulla scorta della propria esperienza di profugo e poi accolta e intravista come un territorio di ricostruzione di una coscienza europea.
La “scoperta dell’America” – è noto – rappresenta una delle tappe attraverso le quali l’intellettualità, soprattutto letteraria, italiana fuoriesce dalla dimensione stretta dell’”Italia del Duce”: sono i percorsi inaugurati da Pavese (un autore che Milano introdurrà negli Stati Uniti nel 1953 accompagnando con un saggio critico rilevante l’edizione americana de La luna e i falò) e Vittorini, ma su cui aveva anche insistito Cecchi e nei primi anni ’30 e su cui anche Carlo Levi aveva insistito affascinato dal cinema americano.
Ma l’America di Milano non è la scoperta del mito o della metropoli contro la “provincia”: è la dimensione della intellettualità critica, di una presenza critica ma non ideologica nella società. Una condizione intellettuale che lo conduce ad avere uno sguardo disincantato sull’industria culturale americana e sulla dimensione alienata della formazione culturale di massa, ma anche a non dimenticare che allo stesso tempo lo scenario americano presenta anche la figura dell’intellettuale impegnato, più esigente e meno ideologicamente precostituito – ovvero “libero” presente sul mercato culturale.
Sono, gli anni compresi tra ’40 e ’50, quelli dell’amicizia e della sua solidarietà intellettuale con Nicola Chiaromonte che significa l’incontro con il gruppo della “Partisan Review”, con il circuito intellettuale che in quegli anni tra Camus e Sartre sceglie Camus, che scopre e coltiva la letteratura come territorio in cui si comunicano codici culturali, modelli comportamentali, pezzi di culture-mondo.
In questo scenario cresce Paolo Milano contribuendo a introdurre in Europa e in Italia molti degli autori della America-Mondo: Bellow, Singer, West, Salinger, Malamud, Philip Roth, Susan Sontag sono solo alcuni degli autori che Paolo Milano “spinge” nelle mani del lettore italiano attraverso un’operazione apparentemente marginale, “povera” di una secca presentazione di testi e di un commento asciutto e talora asettico sulle qualità letterarie delle loro opere.
Tanto basterà, perché anche in questa forma “l’America arrivi in Italia” grazie anche alla paziente e silente opera di un critico.

Davide Bidussa