Cerca

Lo spirito della ricostruzione. La mediazione tra fede, cultura e politica negli anni del dopoguerra

Tiziano Torresi (a cura di)
Camaldoli, Edizioni Camaldoli, 172 pp., € 14,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il libro costituisce la pubblicazione finale degli Atti della giornata di studi tenutasi
presso il Monastero di Camaldoli il 24 agosto 2017. Composto di sei saggi, è senza dubbio
un contributo denso e originale sul tema del rapporto tra fede, tecnica e partecipazione
politica. Era infatti da tempo che nel dibattito storiografico, aperto a suo tempo dai
contributi di Giovagnoli e Moro, non si riproponeva il tema dei saperi tecnico-scientifici
nella loro relazione con il fare (la politica) e con la fede (lo spirito), solo di recente sviluppato
in uno studio di Fulvio De Giorgi (La Repubblica grigia, del 2016). Da angoli visuali
e con livelli di approfondimento differenti, gli aa. provano a collocare questo tema fondamentale
della storia contemporanea all’interno delle onde lunghe del ’900, focalizzando
anche temi e personaggi specifici (come nel caso del saggio di Saccenti su Nicola Pistelli
e di Gabusi su Laura Bianchini).
Il focus temporale è essenzialmente quello degli anni del dopoguerra. Acanfora ragiona
in apertura sul passaggio dal fascismo alla stagione repubblicana, ponendo in luce
i punti problematici di una ricostruzione economica, etica e sociale che si vorrebbe in
discontinuità con la modernità totalitaria del fascismo. Sul tema della «guerra civile» e
dei nessi tra Resistenza e cattolici si hanno poi le riflessioni di Santagata e di Panvini,
entrambi attenti a ricostruire il dibattito storiografico e a evidenziare percorsi di lavoro,
per poi giungere al corposo saggio del curatore. Da Sergio Paronetto a Pasquale Saraceno
a Ezio Vanoni e Felice Balbo, il tema della spiritualità nella tecnica («bisognava vivificare
la competenza e la cultura, recuperare la nobiltà e la severità spirituale della tecnica», p.
91) costituisce il filo rosso di una riflessione polifonica che, dopo le due guerre mondiali,
non riguarda in verità solo i cattolici: basti pensare agli intellettuali e ai tecnici di formazione
hegeliana. Ma guardando ai cattolici e ai diversi ordini professionali – dall’Unione
giuristi cattolici all’Unione dei medici cattolici, solo per citarne alcuni – viene reinterrogato
il nodo centrale della ricostruzione postfascista, con uno sguardo lungo sui problemi
della modernizzazione, cui – va ricordato – la Chiesa di Pio XII guardò con particolare
attenzione, tra volontà di conservazione e apertura al cambiamento (si pensi ai numerosi
discorsi del pontefice dedicati a figure professionali, tecnici e scienziati).
È forse questo un punto sul quale indagare ancora, grazie alla prossima apertura
degli archivi pontifici, per provare a ridare un’interpretazione complessiva di un nodo
rilevante per la storia del ’900 come per quella dei nostri giorni.

Emanuele Bernardi