Cerca

London calling Italy. La propaganda di Radio Londra nel 1943

Ester Lo Biundo
Milano, Unicopli, 145 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2014

Questo volume, rielaborazione di una tesi di laurea magistrale, si inserisce in un filone
di studi sulla radio che ha visto negli ultimi anni un vero e proprio boom, soprattutto
per quanto concerne la radio nel ventennio tra le due guerre mondiali. L’a. dimostra di
conoscere bene la bibliografia, tanto gli studi di taglio storico, quanto quelli riconducibili
ai media studies, e si interroga con sapienza sulla grande difficoltà di «fare storia della
radio» senza poter usufruire di fonti audio, visto che – come tutti gli storici che si occupano
di radio negli anni ’20, ’30 e ’40 sanno bene – è molto limitato il materiale audio
a disposizione: «Dato che non disponiamo delle registrazioni dei programmi della BBC,
come fare a lavorare su aspetti formali oltre che sui contenuti?» (p. 62).
L’a. si confronta con un tema solo apparentemente noto: sebbene Radio Londra sia
continuamente citata in libri e documentari dedicati alla guerra, la sola monografia, peraltro
con un taglio più divulgativo (Maura Piccialuti Caprioli, Radio Londra 1939-1945,
Roma-Bari, Laterza, 1979) risale a quarant’anni fa. Lo Biundo, grazie a un serio scavo
archivistico, soprattutto negli archivi della Bbc, ha scritto un approfondito libro di ricerca
e ci presenta i «contesti» e le «trasmissioni» di Radio Londra, dal titolo delle due parti in
cui il volume è diviso. Emerge così sia il mondo dei collaboratori e degli speakers, dal
colonnello Stevens, ai fratelli Piero e Paolo Treves, a John Marus, che parlava ai microfoni
con lo pseudonimo di Candidus, sia quello di chi era in ascolto, grazie alle lettere che gli
«ascoltatori italiani e non» (p. 51) inviavano alla redazione.
Ancora più interessante, però, è la parte sulle trasmissioni. L’a. ha scelto di soffermarsi
sul 1943, vista l’importanza che Londra attribuiva alle trasmissioni radio per incidere
sull’opinione pubblica italiana e «ottenere una buona accoglienza dai civili» (p. 12). Oltre
ai notiziari dai fronti di guerra, l’a. dà ampio spazio agli «sceneggiati» (p. 63) trasmessi da
Radio Londra, cioè conversazioni in molti casi di argomento politico, in cui due personaggi
– ad esempio, un funzionario del regime e un antifascista – discutevano di un tema
specifico. L’obiettivo di questi «sceneggiati» era criticare il regime senza avere «un atteggiamento
offensivo» verso la popolazione italiana (p. 73) e allontanare quest’ultima dai
tedeschi. Non a caso, più volte venne sottolineato il «tradimento» (p. 78) della Germania,
che non era interessata a proteggere l’Italia ma riteneva prioritarie la difesa del proprio
territorio e la tutela dei propri obiettivi strategici, così come fu messa in luce la differenza
valoriale tra la Germania e l’Italia, per cui quest’ultima stava rinunciando ai suoi principi
«di fratellanza universale» (p. 91).
L’unica carenza di un volume certamente solido è che, pur nella difficoltà di valutare
l’impatto di tali trasmissioni, vista la carenza di fonti adeguate, l’a. evita di interrogarsi su
una questione centrale: se Radio Londra abbia almeno in parte raggiunto i propri obiettivi,
se cioè l’audience l’abbia apprezzata o criticata, abbia creduto alla sua propaganda o
meno.

Arturo Marzano