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Lorenzo Bertucelli – Piazze e palazzi. Il sindacato tra fabbrica e istituzioni. La CGIL (1969-1985) – 2004

Lorenzo Bertucelli
Milano, Unicopli, pp. 218, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume di Lorenzo Bertucelli ? docente di Storia dell’Europa all’Università di Modena e Reggio Emilia e presidente dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Modena ? ha sicuramente due meriti: di addentrarsi in un periodo della storia del movimento operaio ? gli anni che vanno dall’autunno caldo alla rinascita delle spinte neocorporative all’indomani della sconfitta referendaria sulla scala mobile ? ancora poco indagato e di affrontare la narrazione uscendo dai sentieri fin troppo angusti della dimensione politico-organizzativa dell’organizzazione sindacale.
L’autore analizza le vicende di quegli anni utilizzando due piani interpretativi. Il primo individua nella ricerca dell’unità il filo rosso che guida l’azione rivendicativa e contrattuale della CGIL e delle altre confederazioni. Il secondo identifica la sostanziale peculiarità dell’azione politica delle organizzazioni sindacali all’epoca del patto federativo nel tentativo del sindacato di accreditarsi come un soggetto politico autonomo, portatore di una complessiva proposta di sviluppo e di una nuova stagione di profonde riforme sociali.
Il principale problema che si pone alla storiografia è, però, la comprensione dei motivi che hanno portato alla sconfitta della linea politica elaborata dalla CGIL e dalla Federazione unitaria. Le organizzazioni sindacali, infatti, si sono mostrate incapaci non solo di far accettare ai partiti e alle istituzioni il proprio progetto riformistico, ma anche di elaborare efficaci proposte in grado di coniugare la difesa dei livelli occupazionali con l’impellente necessità di una radicale ristrutturazione industriale.
Lo dimostra un’intervista rilasciata a Eugenio Scalfari da Bruno Trentin, allora segretario della FIOM, pubblicata su «L’Espresso» il 20 ottobre 1974. Afferma Trentin: ?Agnelli continua a puntare testardamente sull’automobile senza capire che fra poco sarà una produzione da paesi del Terzo Mondo. Per questo vuole piegare il sindacato: non per ottenere la mobilità concordata della mano d’opera, ma per ridurla alle condizioni di flessibilità che ci sono appunto nei paesi del Terzo Mondo?.
Le parole di Trentin fanno emergere una delle principali ragioni che hanno portato al naufragio della Federazione unitaria in seguito alla sconfitta referendaria del 1985: la CGIL e le altre confederazioni erano ben consce dei problemi strutturali del sistema produttivo italiano (arretratezza tecnologica, squilibrio fra Nord e Sud, deficit infrastrutturale, disoccupazione), ma non hanno saputo tradurre la propria azione in una spinta concreta verso le riforme, lo sviluppo e la riconversione del sistema industriale, che oggi sconta anche il fallimento di quella stagione sindacale.

Federico Paolini