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Lorenzo Cottignoli (a cura di) – Scatti di memoria. Dall’archivio fotografico della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna – 2002

Lorenzo Cottignoli (a cura di)
Prefazione di Maurice Aymard, Ravenna, Longo editore, pp. 310, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2002

Bel volume fotografico! Fotografie di un secolo e di una terra a lungo movimentata da agenti naturali e umani, ora selezionate e offerte al curioso e allo studioso. A discutere di queste immagini si sono riuniti in molti a convegno. I testi a commento delle fotografie sono qui raccolti. Nel volume si sente anche l’amore e il vanto dei promotori, che allestirono la mostra e che, per un completo confronto con la selezione, inserirono in un ritrovamento digitale l’intero archivio fotografico. Gli interpreti hanno trovato sensi, spiegazioni e valorizzazioni che non sono riassumibili. La fotografia è un reperto che accende la fantasia in tutte le direzioni, fino al nichilismo, oltre a garantire un certo realismo visivo. Giusto quindi l’invito a non perdere di vista, nelle bonifiche, nei canali, nelle acque, gli uomini imbrigliatori, a decine e decine di migliaia in lotta, per garantirsi la giornata, per vincere la natura, domare le stagioni e resistere alla meglio al comando capitalista. La terra è fatta per viverla poeticamente, per troppi è fatica micidiale. Sono di evidente aiuto alla storia queste fotografie, quando collaborano con la spiegazione: paesaggio integrale per distinguerlo da quello meramente naturalistico o ecologico (cioè geofisico) e da quello puramente estetico, avverte Gambi.
La cooperazione ravennate era stata previdente anche nel mettersi in posa, ma il fondo, quasi dimenticato e recuperato da poco non è più completo: oltre ai documenti perduti si deve tener conto della parsimonia fotografica del periodo anteriore la prima guerra mondiale, che diventa anche più evidente a confronto delle immagini del periodo fascista intese anche a fermare un autoritario idillio con lavoratori e lavoratrici. Poi gli scatti del secondo dopoguerra divennero massivamente correnti. I diversi tempi implicano selezioni e letture diverse. Tra le fotografie che richiamano il tempo delle origini del movimento una riunisce in una foto di gruppo i discendenti delle 150 famiglie ravennati dei bonificatori di Ostia: non fa pensare all’avvenire del quarto stato, ma a innumerevoli duri destini. La prima del tempo fascista mostra la barbarica distruzione della sede di quell’ardito movimento nella città di Ravenna. Si può leggere il libro semplicemente sfogliandolo, ma si possono seguire anche letture più sottili dietro ai suggerimenti di Giulio Sapelli, Luigi Tomassini, Serge Noiret. Tutti i contributi sono collegati, anche nei casi più sofisticati, al documento fotografico. Paolo Bolzani (La cultura dell’acqua. Opere idrauliche del primo Novecento nella bassa ravennate) ritrova più direttamente peculiarità storiche del territorio e dei metodi di bonifica.

Pietro Albonetti