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Lorenzo Strik Lievers (a cura di) – Ernesto Rossi. Economista, federalista, radicale – 2001

Lorenzo Strik Lievers (a cura di)
Introduzione di Emma Bonino,Venezia, Marsilio, pp. 263, euro 20,66

Anno di pubblicazione: 2001

Ernesto Rossi è un personaggio che gode in questi ultimi anni di una meritata e purtroppo postuma popolarità. A partire dal volume di Piero Ignazi, Ernesto Rossi. Un’utopia concreta, uscito nel 1992 (Edizioni di Comunità), passando per la biografia breve di Peppino Fiori Una storia italiana (Einaudi) per arrivare alla recente pubblicazione del carteggio dal carcere curato da Mimmo Franzinelli (Bollati Boringhieri), sono ormai molte le occasioni che si hanno di rileggere l’arguto e graffiante economista e polemista fiorentino d’adozione. Si sta anche preparando una riedizione delle Lettere dall’America di Gaetano Salvemini, che in gran parte sono uno scambio epistolare con Rossi e anche case editrici ?di nicchia?, come la Kaos, hanno ripubblicato sue opere (una riedizione del classico Settimo: non rubare, è in libreria quest’anno).
Il volume si inserisce appieno in questa ondata di riscoperta, privilegiando certo gli aspetti più attualmente politici del pensiero e dell’azione di Rossi; infatti va premesso che si tratta degli atti di un convegno per il centenario della nascita tenutosi a Verbania dal 23 al 25 gennaio 1998, e che in tale convegno folta era la rappresentanza radicale (Gianfranco Spadaccia tra gli altri, ma anche l’adesione di Emma Bonino che firma l’Introduzione) accanto a studiosi, storici e politici.
Il volume è diviso in cinque sezioni, che ripercorrono in un certo senso l’intera azione di Rossi: si comincia con Il manganello e l’aspersorio, sezione che prende il titolo dal celebre pamphlet polemico di Rossi contro il connubio chiesa cattolica/fascismo italiano nel Ventennio e che analizza le punte anticlericali del pensiero di Rossi; si continua con la sezione Il ?Manifesto di Ventotene?, dedicato ovviamente a quella che è la fase centrale dell’attività politica di Rossi, l’elaborazione con Altiero Spinelli del Manifesto di Ventotene nella primavera-estate del 1941, e la successiva fondazione del Movimento Federalista Europeo (e si tratta della sezione più debole perché, a parte i begli interventi di Wanda di Maio, Antonella Braga, Lucio Levi ed Edmondo Paolini, gli scritti di Marco Taradash e Olivier Dupuis sono, per citare una frase cara a Rossi, ?aria fritta?). Si prosegue poi con la sezione Elogio della galera, dedicata agli anni della reclusione; poi si cerca, con la sezione Critica delle costituzioni economiche, di stabilire un rapporto tra il Rossi liberista e le ?battaglie radicali? (il che, se riferito alle passate battaglie per la laicità dello Stato, ha un senso; altrimenti diventa arbitrario pensando soprattutto all’equina ostinazione radicale per un forzato bipartitismo, per citare solo l’esempio più stridente). Il volume si chiude infine con la sezione Ernesto Rossi tra liberalismo e socialismo, con due soli interventi che trattano del rapporto con Luigi Einaudi e del liberalismo politico di Rossi. In definitiva, si tratta di un’utile riflessione sulla figura di Rossi, talvolta un po’ irritante per l’eccessivo tentativo di alcuni relatori di accreditarsi come eredi unici del pensiero e dell’azione di Rossi.

Piero S. Graglia