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Los campos de Guadalajara. La vittoria dell’antifascismo internazionale

Pedro García Bilbao, Marco Puppini
a cura di Italo Poma, Torino, Seb27, 202 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume – in edizione bilingue, italiana e spagnola – raccoglie le relazioni presen- tate nel 2017 da Pedro García Bilbao e Marco Puppini durante le giornate organizzate a Guadalajara dall’Associazione italiana dei combattenti volontari antifascisti in Spagna e dal Foro por la Memoria de Guadalajara in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’omonima battaglia, nel corso della quale il regime fascista fu per la prima volta scon- fitto dagli antifascisti italiani.
Gli aa. tessono la trama della loro narrazione da angolature diverse senza perdere di vista i differenti contesti che rendono quell’ordinario episodio bellico del marzo 1937 ‒ uno dei tanti di una lunga guerra di logoramento condotta in Spagna tra il 1936 e il 1939 ‒ un evento centrale della guerra civile: il contesto politico-militare spagnolo, in- nanzitutto, ma anche quello italiano e il più generale scenario politico internazionale. È singolare, infatti, come la notizia sugli esiti di quella piccola battaglia travalichi subito i confini nazionali, contribuendo a trasformare in poche settimane quell’evento in un vero e proprio mito per l’antifascismo internazionale.
Lo studio di Bilbao mira per molti versi a ricondurre questo mito nella sua giusta dimensione, mostrando come «l’idea più diffusa», «quella di una débâcle fascista» nella battaglia, non trovi conferma nella realtà dei fatti; «la sconfitta certamente c’è stata», so- stiene Bilbao, «ma la totale disfatta no» (p. 15). Una conclusione in verità già emersa dagli studi di storia militare, ma che lo storico spagnolo ripropone analizzando sia i motivi ge- ostrategici che indussero Mussolini a intervenire, sia gli antefatti della battaglia – le forze presenti, i piani, gli obiettivi – sia il successivo andamento degli eventi bellici.
Diverso, invece, il focus di Puppini, centrato sul contributo degli antifascisti italiani alla battaglia. Ad emergere è soprattutto la dimensione sovranazionale del più generale fenomeno dei volontari, spinti a combattere contro Franco prevalentemente da «ideali di giustizia sociale e fratellanza internazionale» (p. 79). Peraltro, fu la presenza del batta- glione (poi Brigata) Garibaldi a esaltare il carattere di guerra civile europea tra fascismo e antifascismo assunto dalla guerra civile spagnola.
A Guadalajara crolla definitivamente un mito, quello dell’invincibilità del fascismo, e ne nasce un altro, a quello speculare: la possibilità di un riscatto per l’antifascismo. Miti, frammisti a speranze, alimentati e resi duraturi dai racconti dei corrispondenti delle mag- giori testate giornalistiche che si avvicendarono sui luoghi della battaglia per narrare gli eventi. Da questo punto di vista, Guadalajara è per molti versi la cartina di tornasole della risonanza internazionale che la guerra di Spagna ebbe anche dal punto di vista mediatico.
Un aspetto, quest’ultimo, che rimane purtroppo sottotraccia nel volume, ma che avrebbe invece contribuito a restituire uno sguardo più compiuto sull’evento.

Leonardo Pompeo D’Alessandro