Cerca

Luca Baldissara (a cura di) – Atlante storico della Resistenza italiana – 2000

Luca Baldissara (a cura di)
Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia – Bruno

Anno di pubblicazione: 2000

Giorgio Rochat, nella sua Presentazione, chiarisce i problemi e l’iter di questa pubblicazione. Un primo progetto era stato formulato già nel 1967, contestualmente al riconoscimento ministeriale dell’Istituto nazionale della Resistenza (Insmli) e quando gli istituti locali di storia della Resistenza erano diciannove. Solo negli anni successivi, con il progredire della sistemazione delle carte delle unità partigiane e dei Cln e con la maggiore disponibilità di carte d’archivio italiane, anglo-americane e tedesche, l’idea sarebbe stata più attuabile, anche se più complessa: e rimase a livello di progetto o di prime attività di singoli istituti. Fu nel 1994, quando gli Istituti della rete erano ormai una sessantina, che il progetto venne ripreso e riproposto da Massimo Legnani, e finanziato dallo Stato. A Baldissara è rimasto l’onere e l’onore delicatissimi di dare forma e vita definitiva alla pubblicazione, basata sulle ricerche di decine di ricercatori degli istituti locali.
Di grande formato, il volume è articolato in quattro parti: la campagna d’Italia, storia e geografia della guerra partigiana, carte tematiche della Resistenza armata, potenzialità del documento fotografico. Le cinquanta ricchissime carte a colori e le quasi centocinquanta fotografie sono accompagnate da dettagliatissimi testi che le spiegano. Come strumento di informazione e come leva per l’insegnamento della storia della Resistenza, a livello scolastico o universitario, il volume è ora insostituibile. Esso appare come un fondamentale contributo dell’attività cinquantennale dell’Insmli e, via via, degli istituti associati.
Certo, il curatore e i collaboratori non si sono nascosti le difficoltà oggettive e la delicatezza storiografica di un simile strumento di reference. Come restituire cartograficamente una situazione in continuo movimento come quella della Resistenza partigiana? Come disegnarne un’immagine cartografica che non la riducesse solo alla Resistenza armata e partigiana? Come essere sicuri di non trascurare la complessa ricchezza e l’eccezionale articolazione ideale, partitica, geografica dei cento e cento raggruppamenti che vennero via via organizzandosi e costituendosi in un “esercito partigiano”, sino alla Liberazione e alle insurrezioni finali di regioni e città? Era possibile abbinare, alla ineludibile pubblicazione di carta, qualche parte della documentazione su supporto magnetico, in modo che il lettore-utente potesse costruirsi carte diverse e personalizzate?
Ma riflettere su delicatezze e difficoltà non deve demolire il risultato raggiunto. Rammarico, semmai, può venire dal fatto che solo negli anni novanta l’Insmli sia stato messo in grado di poter realizzare quel progetto del 1967. Ma ciò attiene ad un’altra storia: a quella di come i governi di questa Repubblica abbiano ricordato la Resistenza e, quindi, in quale considerazione abbiano tenuto l’attività dell’Insmli. Che è, appunto, un’altra storia e che non può essere imputata a questa attesa e importante pubblicazione.

Nicola Labanca