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Luca Baldissara, Myriam Bergamaschi, Antonio Canovi, Alberto De Bernardi e Adolfo Pepe (a cura di) – Un territorio e la grande storia del ?900. Il conflitto, il sindacato e Reggio Emilia, vol. II, Dal secondo dopoguerra ai primi anni ?70 – 2002

Luca Baldissara, Myriam Bergamaschi, Antonio Canovi, Alberto De Bernardi e Adolfo Pepe (a cura di)
Roma, Ediesse, pp. 458, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2002

Frutto di un complesso piano di ricerca, promosso dalla Camera del lavoro di Reggio Emilia per celebrare il centenario della propria fondazione, il volume raccoglie numerosi saggi, suddivisi in quattro sezioni. La prima, coordinata da Baldissara e Canovi, è dedicata alla famosa e prolungata lotta del 1951 alle Officine Meccaniche Reggiane. La seconda, a cura di Pepe, è dedicata ai fatti del luglio 1960. La terza (responsabile De Bernardi) ha per oggetto il periodo 1968-1973, indicato come ?La stagione dei conflitti sociali?. La quarta, coordinata da Bergamaschi, affronta con un taglio cronologico trasversale il ruolo delle lavoratrici nelle vicende del secondo dopoguerra, sino ai primi anni Settanta.
Si tratta di un’opera che sarebbe riduttivo classificare fra gli studi locali, in quanto ? come è chiarito nella Prefazione ? ha piuttosto l’ambizione di ?rileggere, partendo dal caso reggiano, la storia dell’Italia repubblicana alla luce di due fattori decisivi quali il lavoro e il territorio?, combattendo la ?persistente incomprensione del ruolo e della funzione svolta dalle organizzazioni di rappresentanza del lavoro? nei processi di crescita e trasformazione della società italiana (p. 11). Ambizione che è più esplicita in alcuni saggi (Baldissara, Pepe, De Bernardi, Bellassai, Bergamaschi), più mediata dall’analisi di specifici aspetti delle vicende reggiane in altri, ma che si può dire attraversi l’intero volume.
Nel complesso il libro offre contributi di ottimo livello alla riflessione storiografica sul secondo dopoguerra e al suo rinnovamento rispetto a chiavi di lettura troppo appiattite sulla dimensione politico-istituzionale. Anche se forse corre il rischio (al di là delle intenzioni dei singoli autori) di un’eccessiva aderenza alla cultura storico-politica del sindacato di matrice comunista, proposta pesantemente come cornice interpretativa di fondo nella Introduzione di Luciano Berselli (membro della segreteria della Camera del lavoro di Reggio) e Tiziano Rinaldini (coordinatore delle iniziative per il centenario), i quali ribadiscono l’importanza di categorie e concetti quali la ?classe generale?, il valore progressivo dell’esperienza sindacale e la sua continuità nella storia del Novecento (tutti problemi che meriterebbero almeno di essere discussi criticamente, in sede storiografica), e ripropongono l’irrinunciabilità di ?un progetto politico fondato sulla rappresentanza del mondo del lavoro subordinato? (pp. 19).
Sarebbe auspicabile che l’organizzazione sindacale, mentre si offre meritoriamente come promotrice anche di ricerche e di studi di carattere storico, che possano servire a ridefinire la sua identità nel collegamento ? come afferma Pepe ? fra ?passato, presente e futuro? (p. 456), non pretendesse di fissare con tanta rigidità i caratteri di fondo di questa riflessione. Perché la storia non è fatta solo di continuità, ma anche di svolte e di rotture, di cui è necessario comprendere le radici e le ragioni, anche a costo di mettere in discussione visioni consolidate e canoniche. Gli storici, a ben vedere, si occupano soprattutto di questo.

Marco Scavino