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Lucia Motti (a cura di) – Donne nella CGIL: una storia lunga un secolo, 100 anni di lotte per la dignità, i diritti e la libertà femminile – 2006

Lucia Motti (a cura di)
Roma, Ediesse, 564 pp., euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume, che esce in occasione del centenario della fondazione della CGIL, intende ricostruire modi e forme della presenza femminile nel sindacato, fin dalle prime organizzazioni delle lavoratrici, con l’intento di darci «una storia esaustiva dell’attività sindacale delle lavoratrici » e del contributo dato dalle loro lotte alla crescita dei diritti e della libertà femminile. L’opera presenta un ricco repertorio fotografico, commentato da Lucia Motti, una serie di schede biografiche di donne impegnate nel movimento sindacale, e cinque saggi, che intendono ricostruire la presenza femminile nel movimento sindacale organizzato dalla CGIL. I saggi, pur costretti da un andamento cronologico fin troppo tradizionale, tentano un approfondimento critico che consente al volume di superare il carattere meramente divulgativo. Il percorso delle immagini si snoda attraverso due itinerari: uno cronologico (dalla nascita delle prime forme d’organizzazione delle lavoratrici all’autunno caldo e alla lotta per i nuovi diritti) e uno tematico, relativo al secondo dopoguerra. Particolarmente ricco il percorso tematico, che ci rimanda le immagini di singole e di gruppi di donne, impegnate nell’organizzazione così come nelle lotte per il lavoro, la parità salariale, la pace, per nuovi rapporti di coppia e per una maternità responsabile. Anche nei saggi il secondo dopoguerra occupa lo spazio maggiore, con i contributi di Righi, Caiti e Ruggerini, e Koch. È proprio in questi contributi che meglio è messo in luce il ruolo fondamentale svolto dalle lavoratrici nell’affermazione di diritti sociali ed economici per le donne, e nella democratizzazione della società italiana. Qui si evidenziano i «fili rossi» che percorrono le loro lotte: crescita della rappresentanza, parità salariale, riconoscimento dei diritti delle madri e del valore sociale della maternità, costruzione del welfare e piena cittadinanza femminile. Fili che potevano forse essere meglio esplicitati nei saggi precedenti, anche se di Lunadei si apprezza la ricostruzione a due voci: sindacaliste fasciste e oppositrici antifasciste, accomunate da una linea di difesa degli elementari diritti al lavoro, ad un salario decente, alla protezione della salute. Il saggio di Imbergamo e Scattigno (dalle prime leghe al biennio rosso) ripercorre le vicende di categorie studiate e di note sindacaliste, insistendo sulle difficoltà delle lavoratrici in un mondo sindacale dominato dagli interessi maschili, senza metterne in sufficiente rilievo i pochi successi come quell’assegno di maternità che nel 1907 le italiane ottennero prime in Europa. Più vivace la ricostruzione degli anni bellici e postbellici, dell’esplosione di protagonismo che coinvolge tutte le categorie di lavoratrici, non solo delle industrie e delle campagne ma anche del terziario, assente nelle pagine precedenti. Per quanto l’intento di esaustività non possa dirsi soddisfatto, il volume offre importanti puntualizzazioni e numerosi stimoli per i futuri e si spera numerosi studi sulle lavoratrici italiane e sul loro contributo alla costruzione di un nuovo modo di essere per le donne.

Laura Savelli