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Lucia Motti – Le donne – 2000

Lucia Motti
Editori Riuniti, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Scritto da una delle maggiori esperte di storia dei movimenti politici delle donne nell’Italia contemporanea, Le donne si pone l’obiettivo di “raccontare, attraverso le fotografie, come cambiano le donne in un secolo e mezzo di storia d’Italia” (p. 5). Come gli altri testi della collana di cui fa parte (Storia fotografica della società italiana), il libro è diviso in due parti. La prima ricostruisce le tappe principali della storia delle donne italiane, e analizza le rappresentazioni delle donne fornite dalla fotografia, mentre la seconda contiene le immagini fotografiche (p. 210). Ogni capitolo interno alla parte iconografica contiene una scheda di approfondimento, e il volume si conclude con la foto di una studentessa di Catania fotografata in una biblioteca, che simboleggia, per l’autrice, le donne italiane del futuro.
Il testo si pone all’incrocio tra varie discipline, quali la storia delle donne e l’uso della fonte fotografica, che costituiscono campi (soprattutto quest’ultimo) poco battuti dalla storiografia italiana, e pongono nuove domande alle fonti storiche. Evidenziando il complesso intreccio esistente tra le rappresentazioni delle donne, le interpretazioni date alle fotografie dalle donne, e l’autorappresentazione dei soggetti fotografati, l’autrice mette in discussione l’idea che sia possibile dare una lettura letterale della fotografia, o che questa possa essere usata come una illustrazione di una storia scritta a partire da fonti di altro tipo. Inoltre, adottando un approccio di genere, l’autrice sottolinea come l’uso della fonte fotografica porti alle sue estreme conseguenze il concetto di permeabilità del confine tra sfera pubblica e privata, attraverso l’uso pubblico che viene fatto delle immagini domestiche.
Il volume presenta tuttavia dei limiti. Il primo è di carattere formale. Poiché le foto sono raggruppate nella seconda parte del libro, il testo diventa una introduzione di carattere storico più che un vero e proprio supporto critico delle fotografie, e il lettore si ritrova a dover continuamente interrompere la lettura per cercare le fotografie. Il secondo limite è invece di carattere metodologico. Dopo avere annunciato un approccio critico all’uso delle fonti fotografiche, nell’ultima parte l’autrice abbandona le proprie premesse e trasforma la fotografia in una illustrazione di ciò che viene delineato nel testo. La difficoltà di sintetizzare gli ultimi trent’anni di storia delle donne si trasforma così in una delineazione piuttosto frammentaria di figure femminili riprodotte nelle fotografie.
Ciò non toglie che la scelta delle foto sia ben fatta e illustri la varietà di immagini femminili presenti nella storia dell’Italia contemporanea, rendendo il quadro complesso e pieno di spunti per il futuro. A mio parere, tuttavia, sarebbero stati necessari maggiori riferimenti alle rappresentazioni che delle donne diedero i mass media, e sarebbe stato opportuno esplicitare maggiormente il contesto nel quale vennero prodotte le fotografie, in modo da comprendere le finalità della loro creazione e l’uso che ne venne fatto nell’immediato.

Elisabetta Bini