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Luciano Saccorotti – P.A. Stolypin: una vita per lo zar – 2002

Luciano Saccorotti
Soveria Mannelli, Rubbettino, pp. 199, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume è dedicato a Petr A. Stolypin, figura centrale della politica russa dell’età imperiale, dapprima ? dalla primavera del 1906 ? come ministro dell’interno e poi ? dopo il collasso della prima Duma, nel luglio 1906, e fino all’assassinio nel settembre del 1911 ? anche in qualità di primo ministro. Si tratta di una personalità da sempre oggetto di controversia, che si trova oggi al centro di un rinnovato interesse, per non dire di una forte rivalutazione, in gran parte suscitati dal dibattito sulle ?alternative? nella storia russa.
Tradizionalmente, l’analisi dell’attività di Stolypin ha visto studiosi, politici e pubblicisti schierarsi in due campi contrapposti. Da un lato, vi era chi ricordava soprattutto il ruolo che il ministro di Nicola II aveva ricoperto nella repressione del terrorismo rivoluzionario e delle sommosse contadine, a partire dal giorno in cui, il 19 agosto 1906, avvalendosi per la prima volta dei poteri concessigli dall’articolo 87 delle Leggi fondamentali, aveva istituito un regime di corti marziali straordinarie che, in poco meno di un anno, portò all’esecuzione di centinaia di rivoltosi, oltre che a migliaia di arresti e deportazioni. In seguito, egli fece frequentemente uso dello stesso articolo per emanare legislazioni d’emergenza, limitare il suffragio, bloccare le prerogative parlamentari e amministrative. Dall’altro lato, vi erano invece coloro che, riconoscendo in Stolypin l’ultimo grande statista dell’epoca zarista, ne mettevano in primo piano l’opera di ambizioso riformista in ambito legislativo, amministrativo, giuridico, educativo, ecc., legando il suo nome soprattutto all’avvio di una importante, ma irrealizzata riforma agraria, volta a favorire lo smembramento delle comunità rurali e la nascita di un nuovo ceto di contadini proprietari, benestanti e indipendenti, sempre meglio integrati nella società e nell’economia russa. La legge del 9 novembre 1906 sulla proprietà individuale segnò di fatto un mutamento radicale nella politica agraria, con il riconoscimento dell’inefficacia economica della tradizionale comune contadina (l’obscina) e il tentativo di elevare gli agricoltori al rango di cittadini.
Negli ultimi decenni sono stati molti i lavori tendenti a riconsiderare positivamente il ruolo di Stolypin come ambizioso statista e coraggioso riformatore (in ultimo, P. Waldron, Between Two Revolutions: Stolypin and the Politics of Renewal in Russia, 1998, e A. Ascher, P. A. Stolypin. The Search for Stability in Late Imperial Russia, 2001), così come si sono avute importanti raccolte dei suoi interventi di carattere istituzionale, corrispondenze, ricordi. Il contributo di Luciano Saccorotti, ricercatore prematuramente scomparso, si colloca nel filone degli studi che vedono in Stolypin un moderno politico in uno stato tradizionale. Pur fondandosi su di una storiografia consolidata e adottando un taglio essenzialmente narrativo, il volume offre nondimeno, in un panorama come quello italiano che ha finora mostrato scarso interesse per lo statista russo, una utile sintesi per illuminare le tappe principali della sua biografia di riformatore autoritario o assolutista illuminato. Si segnala la documentata Prefazione di Giovanna Cigliano, che ci aiuta a ricostruire i nodi cruciali del più recente dibattito storiografico.

Antonella Salomoni