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Luigi Giorgi – Giuseppe Dossetti e la politica estera italiana 1945-1951. Metodo, prospettive, sviluppo – 2005

Luigi Giorgi
Cernusco sul Naviglio (Mi), Scriptorium, pp. 305, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2005

La figura di Giuseppe Dossetti è certamente una delle più discusse, ma forse anche delle più misconosciute e poco comprese della storia repubblicana. Del resto, la sua parabola politica è stata breve ancorché non secondaria, la sua vicenda culturale e religiosa vivace e poco scontata, il suo ?mito’ persistente anche dopo il ritiro dalla politica. Tutti ingredienti approntati per un singolare destino di distorsione tra una scarsa conoscenza diretta delle sue idee e delle sue azioni e ? per contrappunto ? una continua e spesso spropositata congerie di citazioni nel dibattito pubblico. Non che manchino una serie di studi specifici e solidi sulla sua figura e il suo ruolo storico: ma forse manca ancora un assestamento sintetico e qualificato di questa storiografia, che diventi un punto di riferimento accettato nel dibattito culturale. Luigi Giorgi è un giovane studioso che sembra essersi posto proprio l’obiettivo di contribuire a questo assestamento progressivo: autore qualche anno fa di un profilo complessivo del Dossetti politico, presenta ora questo studio che fa il punto sull’approccio dossettiano alla politica estera italiana. L’interesse dell’argomento è legato naturalmente al carattere non occasionale del tentativo del giovane dirigente della DC di costruire una linea di politica estera innovativa, nel quadro della fase ?costituente? ? interna e internazionale ? dell’Italia postbellica. Del resto, proprio l’insistenza sui legami tra politica interna e internazionale fu una delle acquisizioni più importanti e non scontate del Dossetti politico, e Giorgi lo mette efficacemente in luce. A partire da questo approccio metodologico, il volume segue pensieri e azioni del leader reggiano, sulla base di una documentazione relativamente completa (allo stato delle disponibilità) e con apprezzabile equilibrio descrittivo. Un po’ meno curata è invece la riflessione sul contesto specifico delle relazioni internazionali in cui si situava questa ricerca. La sezione dedicata alla vicesegreteria del partito (ricoperta da Dossetti tra 1950 e 1951) è quella più originale, con alcuni spunti di approfondimento su questioni meno conosciute. In appendice, sono riportate un centinaio di pagine di documenti (tutti abbastanza noti agli specialisti, ma utili per un lettore comune a rendersi conto in presa diretta del clima dell’epoca). La tesi interpretativa complessiva si distacca giustamente dalle correnti schematizzazioni sul Dossetti ?antioccidentale? o ?antiamericano?: l’analisi del percorso del dopoguerra mette in luce un’intenzionalità ben più sottile, che parte da una visione critica della politica dei ?blocchi? scaturita dalla guerra fredda, ma considera come un punto necessario l’ancoraggio occidentale del paese, cercando piuttosto ? con crescente consapevolezza e articolazione ? un’elaborazione politica più incisiva e originale del ruolo dell’Italia in questo orizzonte internazionale. In sostanza, pur senza marcate innovazioni, si tratta di un contributo utile proprio per la sua forma complessiva di resoconto dettagliato di un percorso politico.

Guido Formigoni