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Luigi Pepe (a cura di) – Universitari italiani nel Risorgimento – 2002

Luigi Pepe (a cura di)
Presentazione di Fabio Roversi-Monaco, Bologna, CLUEB, pp. 252, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2002

Curato da Luigi Pepe, storico della matematica che da tempo compie più di una incursione nella storia generale dell’università, questo volume ? promosso dall’associazione Curtatone e Montanara, fondata nel 1995 dall’allora Rettore di Bologna Fabio Roversi Monaco che ne fu il primo presidente ? riunisce saggi e documenti che riguardano sia gli studenti sia alcuni docenti del Risorgimento.
I documenti (pp. 169-252) ? peraltro non inediti ? appaiono riconducibili a due tipologie: quella dei discorsi accademici (come il Discorso preliminare del corso di meccanica celeste di Mossotti e il proemio per l’apertura della cattedra di Mineralogia e Geologia di Pilla del 1841-42 e la prolusione a un corso di geometria superiore di Cremona del 1860) e quella dei testi di carattere più politico o culturale, come il saggio sulla Leggerezza degli studi moderni di Gioberti, una protesta degli studenti dell’università di Roma a Pio IX del 1848, l’appello di Mazzini agli studenti redatto nel 1856, e infine proclami e varie lettere di Garibaldi, che articolano la retorica del rapporto tra scienza e patria (p. 251).
Carattere alquanto frammentario hanno molti dei dieci interventi (pp. 21-169), due dei quali dello stesso curatore (rispettivamente su Pilla scienziato e volontario e sui matematici bolognesi tra ricerca avanzata e impegno civile). Nell’insieme essi si configurano come brevi comunicazioni probabilmente tenute ad un convegno e talvolta come semplice presentazione ai documenti. In qualche caso lasciano trasparire spunti che potrebbero essere riconducibili a temi di recente oggetto di dibattito come quello della appassionata partecipazione di alcune famiglie, e in non rari casi anche delle donne, alla lotta nazionale. Sono emblematiche al proposito la vicenda dei coniugi Guella ? la passione patriottica che entrambi condividono lascia un segno anche nella scelta del nome della figlia Italina (p. 155) ? e la presenza di molte donne politicamente attive nella lista redatta nel 1832 dal cardinale Albani nell’ambito dell’attività del Tribunale straordinario temporaneo per giudicare i reati politici, su cui giustamente attirano l’attenzione Fiorenza Tarozzi e Mirtide Gavelli (pp. 45- 7). Di un certo interesse appare anche il diario senese al quale attinge per il suo vivace saggio Antonio Cardini. Di maggiore spessore è infine il contributo di uno studioso ben noto a chi si occupa di università, Piero del Negro, su La partecipazione degli studenti dell’Università di Padova alla rivoluzione e alla guerra del 1848-49.
Il tema degli studenti nel lungo Ottocento è importante e ancora largamente inesplorato. Varrebbe la pena di riprenderlo, al di là degli intenti puramente celebrativi, con l’aiuto di strumenti più ampi come quelli dell’indagine quantitativa e prosopografica che appaiono sempre più necessari per affiancare un approccio basato ancora prevalentemente sulla memorialistica. Speriamo che anche un volume come questo suggerisca l’esigenza di ulteriori, reali approfondimenti.

Ilaria Porciani