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Manuel Plana – Messico. Dall’indipendenza a oggi – 2003

Manuel Plana
Firenze, Firenze University Press, pp. 541, euro 29,50

Anno di pubblicazione: 2003

Non sono molti in Italia gli studiosi che si sono occupati della storia contemporanea messicana. In particolare mancano lavori in grado di offrire uno sguardo generale sulle vicende di un paese spesso riletto attraverso filtri culturali che ne hanno in qualche modo ridimensionato complessità e articolazioni. Il lavoro di Plana prova dunque a colmare una lacuna, presentandosi come il primo manuale di storia contemporanea messicana proposto ai lettori italiani. Il carattere generale del testo impedisce naturalmente approfondimenti specifici ma permette di avere una ricostruzione completa e soprattutto equilibrata delle vicende storiche, rendendo appieno l’idea della pluralità etnico-culturale, socioeconomica e politica del paese. Il volume copre una periodizzazione ?classica?: parte dal crollo del sistema coloniale del virreynato e, in sette intensi capitoli, delinea caratteri e trasformazioni della Repubblica Federale fino alla crisi finanziaria e politica degli anni ’80. Particolarmente riuscita mi è parsa la scelta di presentare alcune tendenze di lungo periodo, quali il dualismo conservatori/liberali, la tensione dialettica nei rapporti con il vicino statunitense (dalla guerra del 1846 alla querelle petrolifera e oltre), le difficoltà delle istituzioni federali di portare avanti un processo di centralizzazione e il confronto del paese con le sfide e pressioni della modernità. Centrale risulta l’attenzione al substrato socioeconomico che caratterizza i diversi quadri di riferimento, così come la descrizione dei processi di affermazione e trasformazione di élites politiche e leader popolari. Viceversa sullo sfondo restano alcune questioni ancor oggi in via di definizione in seno alla storiografia messicana, quali la specificità del mondo indigeno nell’edificazione di un processo nazionale e di costruzione di identità. Tra le parti più approfondite del lavoro, vorrei segnalare in particolare quella dedicata al ventennio ?cruciale? di metà ‘800, la stagione delle Leyes de Reforma e della rottura Stato-Chiesa, così come la rilettura della intervención francesa, dell’ascesa di Juárez e dei caratteri contraddittori del porfiriato. Molto efficace è anche la descrizione degli eventi rivoluzionari (già affrontati da Plana in altri lavori), collocati in uno scenario complesso e in continua evoluzione che ben rende l’idea delle diverse anime che si confrontarono, in un decennio di rivolgimenti sociali e politici. Al pari anche la capacità dello Stato postrivoluzionario di dar vita a un nuovo progetto ?ricostruttivo? è descritta con ricchezza interpretativa, sia sul piano economico-finanziario (tra industrializzazione e riforme agrarie), che politico-sociale (le trasformazioni del sindacalismo e le dinamiche migratorie). L’analisi del passaggio dall’obregonismo al callismo e dal maximato al cardenismo è giustamente evidenziata come decisiva per la storia contemporanea messicana. Più veloce risulta la trattazione dei decenni più recenti, incentrata sulla crisi di governabilità e sui tentativi di costruzione di un sistema di pluralismo partitico. Segnalo infine l’utile appendice cartografica e soprattutto la ricca e molto articolata bibliografia che offre uno spaccato ragionato della vivacità della storiografia messicana.

Massimo De Giuseppe