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Marco Grispigni, Leonardo Musci – Guida alle fonti per la storia dei movimenti in Italia (1966-1978) – 2003

Marco Grispigni, Leonardo Musci
Roma, Ministero per i beni e le attività culturali-Direzione generale per gli ar

Anno di pubblicazione: 2003

La Guida alle fonti per la storia dei movimenti in Italia è il frutto di un lavoro di storici e di archivisti da tempo collaboratori della Fondazione Basso, e si colloca nella più vasta opera di censimento ed elaborazione di guide alle fonti realizzata dell’Amministrazione archivistica dello Stato. Il testo si offre ad ogni genere di studiosi (ricercatori giovani o affermati, studenti, dottorandi), alla ricerca di documenti e fonti, sia canoniche sia non, sui movimenti degli anni ’60-’70. Nel testo vengono presentati archivi, istituti di ricerca, centri di documentazione, e di ciascuno di essi si dà una descrizione generale accanto ad una della natura e consistenza dei materiali posseduti. Di grande utilità per la pratica di ricerca è la definizione di ?descrittori?, una sorta di indice analitico dei temi, affiancati all’indice dei nomi e degli istituti.
Il volume persegue obiettivi di natura sia archivistica sia storiografica. Di questa operazione viene sottolineata l’importanza nel consolidare ed espandere gli studi sui movimenti dei ’60-’70 entro la storiografia contemporanea, mirando allo stesso tempo ad una ?legittimazione archivistica’ della fonte stessa.
La cornice concettuale del termine in oggetto è così affermata: ?movimento sociale nella sua forma tipica di quegli anni con una forte caratterizzazione antistituzionale e generazionale? (p. 28); includendo anche il femminismo, il dissenso cattolico e il sovversivismo di destra. Vi sono esclusi, tra gli altri, i movimenti dei lavoratori e i partiti politici; in ciò echeggiando la sociologia dei movimenti sociali, almeno a partire dagli anni ’70 (Melucci, Touraine).
Su questa concettualizzazione gli autori installano la nozione storiografica di ?stagione dei movimenti?, che fornisce una cornice temporale all’oggetto e alla Guida stessa. La periodizzazione (1966-1978) privilegia una cornice storiografica, in luogo di una che sottolinei i cicli di vita dei produttori o la natura delle fonti. Questa cornice forte viene tuttavia attraversata qua e là, specie alla luce dell’affermazione di imprescindibilità di ?altre fonti?, quali quelle (prevalentemente) non scritte o non a stampa, o ancora quelle ricavabili dalle pratiche culturali e dagli stili di vita dei movimenti.
Tra i punti problematici vi sono le fonti per la storia del ?terrorismo di sinistra?. Questo fenomeno, del quale pure si sottolineano ?elementi di contiguità, aspetti teorici e pratici? non estranei alla storia dei movimenti (p. 30) viene escluso dai temi d’interesse del volume. Ciò viene spiegato attraverso l’affermazione di alterità ?etica? dei movimenti, accanto a solo accennate motivazioni di ordine archivistico. A questa posizione si aggiunge una omissione di fatto della più ampia categoria ed esperienza della ?violenza politica?, rispetto alla quale si ritrovano nei ?descrittori? pochi appigli di ricerca. Questa scelta, pur legittima, rischia di produrre conseguenze di prescrittività sia per gli studiosi sia per i possessori privati di tali fonti, contrastando con gli auspici degli autori circa la natura aperta e in divenire di tale Guida.

Beppe De Sario