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Marco Marcacci (a cura di) – La Befana Rossa. Memoria, sociabilità e tempo libero nel movimento operaio ticinese – 2005

Marco Marcacci (a cura di)
Bellinzona, Fondazione Pellegrini-Canevascini, pp. 220, CHF 32,00

Anno di pubblicazione: 2005

I concetti di ?memoria? e ?sociabilità? sono stati scoperti con un certo ritardo dalla storiografia del movimento operaio, per lungo tempo sovradeterminata dalla storia politica. Il nuovo ?Quaderno di storia del movimento operaio nella Svizzera italiana?, editato dalla Fondazione Pellegrini-Canevascini (www.fpct.ch), compie una prima indagine su questi aspetti meno conosciuti della storia operaia del Canton Ticino. I contributi del volume tengono conto in particolar modo del secondo elemento del binomio ?cultura e svago?, richiamato da Maurizio Antonioli nella sua presentazione quale base dello ?sviluppo umano e civile? dell’operaio (p. 11). I momenti aggregativi affrontati nell’opera nascono e si sviluppano in modi e tempi diversi: a volte proposti dall’alto, dal Partito socialista e dai sindacati che ad esso si rifanno, a volte sentiti e organizzati direttamente dal basso, dalla stessa base operaia. Il percorso del libro si diparte dalle forme di sociabilità più direttamente legate al momento politico, come il Primo Maggio (si vedano i contributi di Danilo Baratti, Pasquale Genasci, Renato Simoni) o gli incontri sulle alture, altamente simboliche per il Canton Ticino, del Monte Ceneri (è l’intervento di Pasquale Genasci). L’aspetto associativo legato allo sport, malgrado le reticenze e i dibattiti iniziali, sembra rivestire per diversi decenni una grande importanza attraverso la costituzione di società sportive e polisportive di vario ordine: calcistiche, ciclistiche, atletiche, o più legate alla scoperta del territorio e della Natura (con la maiuscola, così vogliono i testi dell’epoca), come nel caso dell’Associazione amici della natura e dell’Unione ticinese operai escursionisti (i capitoli curati da Renato Simoni, Andrea Porrini). Strategie di relazione diverse, dunque, ma che hanno come scopo precipuo la costruzione di un sentimento di appartenenza ? anche attraverso pratiche che si vogliono ?alternative? alla tradizione (si veda la Befana Rossa che dà il titolo al libro, studiata da Danilo Baratti) ? che non può che riflettersi nell’edificazione di luoghi d’incontro, come le Case del popolo (si leggano Gabriele Rossi, Marco Scascighini), e di memoria (a cura di Silvano Gilardoni). Nel dopoguerra queste forme di sociabilità entrano in crisi e la loro naturale evoluzione verso ?un nuovo modo di fare cultura, politica e divertimento di massa?, come indagato da Danilo Baratti nel contributo sulle Feste della sinistra dopo il ’68, non sembra offrire valide alternative a un movimento operaio la cui memoria collettiva pare smarrirsi.
La prospettiva è locale, ma la maggior parte degli studi poggia su una storiografia di ampio respiro (si veda l’introduzione di Marco Marcacci) e lancia interessanti, ancorché accennati, spunti di comparazione, tanto con il resto della Svizzera, quanto con la vicina Italia del Nord, regione di riferimento per buona parte delle iniziative del movimento operaio socialista della Svizzera italiana, fondato e composto, del resto, anche da una parte significativa di emigranti della penisola.

Nelly Valsangiacomo