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Marco Mondini – Dopo la Grande Guerra. Memorie, potere e società a Bassano dalla pace al fascismo – 2004

Marco Mondini
Cittadella (Pd), Comitato per la Storia di Bassano, pp. 171, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2004

È oramai assodato come negli ultimi anni numerosi studi di storia locale si siano sottratti al particolarismo e all’autoreferenzialità. Lo si deve, in particolare, al contributo di giovani storici, capaci di calare i più diversi approcci metodologici e interpretativi in ricerche che solo a prima vista sembrano minori. È il caso di questo volume di Marco Mondini dedicato al primo dopoguerra a Bassano, città in qualche modo singolare per il ruolo militare assunto durante il conflitto, sia dopo la Strafexpedition che dopo Caporetto. Qui al centro sono le trasformazioni politiche e sociali di un periodo che solo in poche occasioni ha goduto di una sua autonomia come argomento di studio, confinato temporalmente e semanticamente tra un generico ?dopoguerra? e un improprio ?prefascismo?. Così l’autore, attingendo ad un vasto repertorio bibliografico e archivistico, non si limita a fornire le coordinate di questo passaggio ?dal grigioverde alla camicia nera?, ma imposta la questione, quasi sempre trascurata, della lunga smobilitazione in un’area ? ma il discorso potrebbe essere esteso anche ad altre parti del Veneto e del Friuli ? interessata innanzi tutto dalle dinamiche della ricostruzione, dove i tempi della politica e i suoi metodi non sempre coincidono con le necessità delle classi subalterne, dei civili rimasti e dei profughi, migliaia, che chiedono un sollecito rimpatrio. Una ricostruzione militarizzata e rallentata dagli affarismi locali, che probabilmente rappresentano la causa principale di una protesta collettiva dei disoccupati e di immediate forme di ribellismo prepolitico, che poi però non tarderanno a trovare un’organizzazione, soprattutto all’interno del leghismo bianco.
Il fuoco del libro è rappresentato dal capitolo dedicato alla costruzione della memoria della Grande Guerra, che si riassume, dopo alterne vicende, nella realizzazione del cimitero monumentale di Cima Grappa. Una memoria pubblica plurivoca ? militare, laica e religiosa ? con attori che parlano linguaggi diversi e a loro modo esclusivi, tutti comunque impegnati ad imporre i propri codici retorici e le proprie liturgie celebrative. Come altrove, sarà il fascismo a fare sintesi, anche se qui l’operazione riesce fino ad un certo punto, non solo per la forza degli agenti e delle rispettive memorie contrapposte, ma per la presenza di una figura controversa e ancora poco indagata come quella del generale Gaetano Giardino. Il ricordo della guerra passa dunque attraverso i miti marziali o quelli che si autopropongono o autocelebrano come tali.
Il volume si chiude in dissolvenza ? è la parte più descrittiva e meno originale ? sulle tensioni del ?biennio bianco? e sull’ascesa del fascismo a Bassano e nel Bassanese. La parola ritorna alla politica, alla dialettica sociale tutta interna al mondo rurale vicentino e veneto tra le inquiete masse contadine e mezzadrili inquadrate nelle leghe e le élites padronali via via sempre più disposte a ricorrere alla violenza dello squadrismo.

Daniele Ceschin