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Marco Paolino – La Germania dopo la riunificazione – 2007

Marco Paolino
Viterbo, Sette Città, 177 pp., Euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2007

«Benedetto Croce ha scritto che ?ogni vera storia è storia contemporanea”, nel senso che le passioni e gli interessi che noi viviamo ci spingono sempre ad indagare il passato, anche quello più recente […]» (p. 11). Questo è l’assunto al quale Marco Paolino si richiama esplicitamente per giustificare la scelta di scrivere un libro su La Germania dopo la riunificazione. Vi è però un’altra ragione, non meno importante, che spinge l’a. a ripercorrere la storia tedesca più recente ed è strettamente legata alla finalità di questo saggio. La si evince innanzitutto dall’articolazione del volume. Nell’Introduzione e negli otto capitoli che seguono Paolino si propone, infatti, non tanto di fornire una cronistoria delle principali vicende politiche che hanno segnato la Germania dalla Wende del 1989-1990 ai giorni nostri, quanto piuttosto di individuare e di valutare in prospettiva storica la natura e la portata degli effetti fin qui prodotti dalla riunificazione. È convinzione dell’a., infatti, che «gli anni che sono trascorsi dalla riunificazione […] consentono non solo di fare un bilancio dei processi che si sono verificati nella società e nel sistema politico tedesco, ma anche di avviare una riflessione storica su quello che è accaduto, utilizzando le ricerche che i politologi, gli economisti e i sociologi hanno condotto in questi anni» (p. 16). Questo approccio multidisciplinare è, d’altra parte, indispensabile per affrontare un processo storico che, per molti aspetti, non si è ancora concluso nel tempo. A tale riguardo, Paolino rifiuta esplicitamente quell’analisi molto diffusa tra i tedeschi dell’Ovest, che invita a rileggere la transizione tedesca nel periodo post-unitario nei termini di una mera «occidentalizzazione della DDR». Proprio la mancata realizzazione di questa dinamica e delle correlate previsioni ottimistiche di Helmut Kohl avrebbe grandemente influito sull’evoluzione del sistema politico tedesco: in particolare, sul risultato delle elezioni del 1998, che segnano una vera e propria svolta nella storia della democrazia tedesca, sull’affermazione elettorale della PDS (oggi confluita nella Linke insieme ai socialdemocratici delusi della svolta liberale di Schröder), ma anche sulla decisione di affidare ad Angela Merkel, ad una tedesca orientale, la Segreteria generale e successivamente la Presidenza della CDU. Allo stesso tempo, Paolino rifugge dalla tentazione di accreditare interpretazioni deterministiche, valorizzando l’importanza che la «libera scelta» evidentemente tuttora ha nella storia politica tedesca. I successi e gli insuccessi, che hanno fin qui segnato l’evoluzione del sistema politico tedesco e, in particolare, la transizione osservata nei cinque Länder orientali, nel contesto del sistema universitario, della politica di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale, della famiglia, della stampa e della televisione sono, infatti, anche e soprattutto il frutto di alcune scelte puntuali che sono state compiute dai diversi attori della politica.

Gabriele D’Ottavio