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Marco Scavino – Il socialismo nell’Italia liberale. Idee, percorsi, protagonisti – 2007

Marco Scavino
Milano, Unicopli, 172 pp., Euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questa raccolta di saggi, scritti nell’arco di oltre un decennio, ritorna su un argomento ormai da tempo trascurato, vale a dire l’origine e la prima fase di sviluppo del movimento socialista nella difficile congiuntura della crisi di fine secolo in Italia.Occuparsi oggi di un tema del genere risponde, come fa osservare l’a., ad una duplice esigenza: da un lato quella generale di metodo che induce a correggere l’ottica di una ricerca contemporaneista sempre più schiacciata sullo studio del passato più recente, della fenomenologia «secolo breve»; dall’altro, poi, quella più specifica di smarcare la storia del socialismo dai limiti che ne hanno costituito, forse, anche la condanna alla marginalità: una sorta di tendenza alla narrazione autoreferenziale unita alla rigidità dell’interpretazione della storiografia marxista.Il tentativo dell’a. è dunque quello di ricontestualizzare la storia del socialismo italiano tra ‘800 e ‘900 nel quadro più generale di rapporti ed influenze – se non addirittura di condizionamenti – di un momento complicato ma vivace come l’età liberale in Italia. In questo senso, per quanto la ricostruzione del dibattito politico-ideologico delle origini presentata nel primo saggio (La scienza e l’organizzazione) sia senza dubbio argomento noto, l’accostamento di militanti di medio calibro o di figure non provenienti dal mondo socialista agli indiscussi protagonisti del confronto teorico di quegli anni, la narrazione di esperienze precise e circoscritte che restituiscono il fervore della discussione nel momento fondativo del socialismo, ma anche la semplice risistemazione in una nuova ottica della sconfinata ma datata bibliografia sul tema, lasciano intuire che per quanto riguarda l’Italia e quell’«eclettismo ideologico e culturale» (p. 50) che aveva caratterizzato l’intellettualità del movimento, c’è ancora molto da scoprire.E, forse, la principale, la più originale delle riscoperte è quell’emergenza dei toni «grigi», di quelle influenze osmotiche tra il movimento e il suo contesto che mitiga una lettura della storia socialista troppo netta, fatta, di posizioni inconciliabili, di principi ineludibili. Non a caso è questo il filo rosso che attraversa tutto il libro e che si impone con particolare forza nei saggi su Loria, Nitti, Einaudi che sembrano rappresentarne il cuore. Qui, il tema del legame tra il socialismo e il mondo colto liberale assume un’importanza determinante tale da costituire una nuova ottica di osservazione che, sebbene con le dovute differenze dei personaggi acutamente tratteggiati, contribuiscono a rinnovare la lettura non solo dal punto di vista della storia delle idee ma anche sotto il profilo organizzativo e delle scelte di fondo dell’azione politica socialista.Numerosi spunti di riflessione, dunque, che, difficili da riassumere in poche righe, suggeriscono la necessità di una riscoperta più sistematica di questo tema importante e ricco che, speriamo, l’a. vorrà presto offrirci.

Francesca Canale Cama