Anno di pubblicazione: 2003
Il volume raccoglie gli atti del seminario di Cagliari del 13 aprile 2002, organizzato dal Dipartimento storico politico internazionale dell’età moderna e contemporanea dell’Ateneo cagliaritano in collaborazione con l’Associazione culturale Cesare Pintus, e vede la luce anche grazie al contributo del Comitato nazionale per il secondo centenario della nascita di Carlo Cattaneo. Il titolo del seminario era più conforme alle materie discusse e ai contributi raccolti (Carlo Cattaneo: centocinquant’anni di interpretazioni) da un concerto di studiosi di diversa esperienza e non tutti studiosi di storia sarda (Arturo Colombo, Maria Corona Corrias, Antonio Delogu, Carlo G. Lacaita, Salvo Mastellone, Tito Orrù, Marcello Tuveri, Antonio Zanfarino). Questo aspetto dà alla discussione un interesse particolare che da un lato cerca l’influenza di Cattaneo sul versante isolano negli interventi di Delogu, Orrù, e Tuveri, illustrando l’intenso scambio tra elaborazione cattaneana della questione sarda, allargata al quadro di relazioni con l’area lombardo-piemontese avanti il 1848, come nel saggio di Orrù, e quella isolana, colta in momenti topici (preunitario, postunitario e nella crisi dello Stato liberale e fascismo) e nel suo prender coscienza di sé come portatrice di istanze autonome, ma non separabili dalla tradizione liberaldemocratica nazionale, di cui il pensatore lombardo costituisce un grande riferimento. Sul versante della presenza del pensiero cattaneano nella cultura italiana, ed è quasi contrappunto agli interventi già segnalati, si muovono i contributi di Colombo, Lacaita, Mastellone, che individua nel pensiero del milanese e nei suoi eredi una linea di resistenza al fascismo trionfante tra gli anni Venti e Quaranta, la quale troverà l’espressione più pregnante nell’opera di un grande maestro, studioso del pensiero cattaneano, quell’Alessandro Levi, la cui opera su Il positivismo politico di Carlo Cattaneo lo stesso Mastellone ha voluto di recente riproporre all’attenzione dei lettori. A sé, ma connessi a un tal quadro, stanno i due interventi della Corona Corrias sull’universo femminile nel pensiero cattaneano, e di Antonio Zanfarino che ripercorre alcuni motivi fondamentali della riflessione del milanese. Dall’insieme degli interventi scaturiscono due complementari e importanti indicazione che fanno giustizia delle ambiguità presenti in alcune iniziative per il bicentenario sulle quali, come sempre accade, non ha mancato di rifrangersi la luce deformante della fase politica in cui si sono svolte. Perché l’eredità di Cattaneo, e il volume lo mostra egregiamente, conferma che le vie della nazione e delle autonomie non solo non si contrappongono, ma si integrano virtuosamente alla luce di una cultura che, per quanti funambolismi qualcuno abbia pensato di fare per collegarla ad una generica, e per molti aspetti gutturale istanza federalistica dell’oggi, si fonda saldamente sul terreno della libertà e dell’uguaglianza, attraverso le quali la figura di Cattaneo si radica nella nostra miglior tradizione risorgimentale.