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Maria Cristina Morandini – Scuola e nazione. Maestri e istruzione popolare nella costruzione dello Stato unitario (1848-1861) – 2003

Maria Cristina Morandini
Milano, Vita e Pensiero, pp. 505, euro 40,00

Anno di pubblicazione: 2003

La storia dell’istruzione popolare in relazione alla costruzione dello Stato unitario è stata oggetto di ripetuta attenzione a partire dagli anni Settanta del ?900. In questo filone si inserisce ora il volume di Maria Cristina Morandini, ricercatrice di storia della pedagogia a Torino.
Il lavoro, ben costruito ed articolato, ripercorre sia gli sviluppi della politica scolastica subalpina che i caratteri culturali e istituzionali dell’istruzione pubblica nel Piemonte preunitario, coniugando l’interesse per le vicende storico-politiche a quello per gli aspetti più propriamente pedagogici. La cura impiegata nel reperimento e nell’uso della documentazione, in gran parte inedita, testimonia una lunga e partecipe attenzione al tema ? già in parte indagato dall’autrice in un precedente contributo ? affrontato attraverso l’analisi dei programmi ministeriali, delle riviste scolastiche e pedagogiche e dei manuali per la scuola. Tale nutrito apporto documentario, pur se appesantisce un po’ la lettura, è però estremamente funzionale alle argomentazioni proposte.
La riflessione critica è sostenuta da una duplice prospettiva: da un lato la ricostruzione del sistema scolastico piemontese alla luce degli interventi parlamentari e governativi che ne determinano, dal 1848, gli indirizzi di fondo; dall’altro l’analisi degli aspetti ideologici e politici del progetto della classe dirigente subalpina intenta a promuovere, attraverso l’istruzione pubblica, una coscienza nazionale nelle classi popolari. In questa direzione particolare attenzione è riservata alla formazione professionale dell’insegnante di scuola elementare e al suo ruolo: ?un innalzamento quantitativo e qualitativo del livello di preparazione del maestro in prospettiva anche di educazione primaria e popolare a forte connotazione nazionale? (p. 221), era quanto si prefiggeva la Società d’istruzione e di educazione in linea con le disposizione governative.
Il discorso non si esaurisce, tuttavia, in un esame del quadro legislativo ma giunge, attraverso l’analisi dei progetti dei vari ministri dell’Istruzione, a una lettura, originale e ricca di nuovi spunti, del graduale processo di nazionalizzazione della scuola popolare, tenendo sempre conto del contesto e dei momenti cruciali della vicenda risorgimentale.
Gli studi sul rapporto fra costruzione della coscienza nazionale ed educazione popolare, qualunque sia l’approccio metodologico prescelto ? la storia politica, la storia socioculturale, la storia della pedagogia ? hanno privilegiato fino ad ora il periodo postunitario. L’originalità del lavoro di Morandini deriva pertanto, in primo luogo, dal taglio cronologico: la studiosa individua, infatti, anche nella classe dirigente del Regno subalpino una volontà di promuovere, mediante la scuola pubblica, una solida coscienza nazionale: ne sono una testimonianza i nuovi programmi che a partire dal 1848 portano in sé chiari segni di ?spiemontesizzazione?; ma soprattutto il disegno di una nazionalizzazione delle masse popolari, che emerge dagli atti e dalle delibere dell’associazionismo magistrale piemontese, di cui vi è ampia documentazione in vari giornali e riviste regionali di categoria.

Giovanna Millevolte