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Maria Teresa Falzone – Le congregazioni religiose femminili nella Sicilia dell’Ottocento – 2002

Maria Teresa Falzone
Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia editore, pp. 308, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Si tratta d’una puntuale ed esaustiva ricerca sulla storia delle congregazioni femminili nate in Sicilia nell’Ottocento ? periodo, com’è noto, di massima espansione di questo fenomeno anche nella penisola ? preceduta da un capitolo che inserisce il fenomeno siciliano in quello più generale della nascita delle nuove istituzioni femminili di vita attiva in Italia. Rispetto alle regioni centro-settentrionali, infatti, questo rinnovamento della vita religiosa femminile ? che prevede un inserimento attivo delle suore nella società ? si manifesta con qualche decennio di ritardo e soprattutto incontra maggiori difficoltà nell’affermarsi. Secondo l’autrice le ragioni di questo ritardo sono da attribuirsi alla permanenza nell’isola di modelli di religiosità settecentesca, come la monaca di casa, d’impostazione spirituale alfonsiana. La seconda parte del libro comprende l’elenco degli istituti femminili siciliani ? sia quelli arrivati da fuori, come le Figlie di Maria Ausiliatrice, sia quelli fondati nell’isola ? e la ricostruzione delle loro vicende, soffermandosi in particolare sulla scelta di missione sociale praticata da ciascuno, che variava dall’opera educativa all’assistenza ai malati o agli indigenti, per arrivare, in tempi più vicini, all’evangelizzazione. Una parte considerevole della ricerca è dedicata alla spiritualità adottata dalle religiose degli istituti, ricostruita attraverso i modelli di santità a cui fanno preferibilmente riferimento (insieme, naturalmente, al modello cristologico) i fondatori.
Nel complesso è una ricerca ben fatta e utile ? accompagnata da buone note bibliografiche e da un esauriente indice dei nomi ? ma molto tradizionale come impostazione, che ripete un modello storico ?cattolico? autoreferenziale, rinunciando ad aprire un dialogo con i ricercatori laici che hanno lavorato sugli stessi temi. Trascurato completamente, tra l’altro, è l’aspetto economico delle fondazioni: chi forniva i capitali iniziali, se l’istituto raggiungeva l’autosufficienza economica o se addirittura riusciva a ottenere degli utili da reinvestire in nuove fondazioni, come succedeva alle congregazioni del nord. Poco approfonditi risultano anche il contesto sociale in cui le istituzioni esercitavano la loro attività assistenziale (che spesso ne frenava anche la portata innovativa), la provenienza sociale delle religiose e la dialettica, spesso conflittuale, tra fondatori appartenenti al clero e religiose.

Lucetta Scaraffia