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Marilisa Merolla – Italia 1961. I media celebrano il centenario della nazione, introduzione di Simona Colarizi – 2004

Marilisa Merolla
Milano, Franco Angeli, pp. 224, euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2004

Le celebrazioni del centenario dell’Unità si concentrarono a Torino, con tre grandi mostre (quella del Risorgimento a Palazzo Carignano, la Mostra del lavoro, quella delle regioni) e iniziative minori, raccolte sotto il nome di ?Italia ’61?. Vi lavorarono esperti di gran fama in più campi: scrittori, registi, scenografi, grafici e architetti. E, soprattutto, tanti storici. Tra i quali colpisce e dispiace, in questo libro, l’assenza di uno studioso di valore e grande personalità, come Walter Maturi: che era invece molto presente nel dibattito che accompagnava quotidianamente la gestazione della Mostra del Risorgimento, sia pure in un suo modo particolare, discreto e ironico (ma non per questo meno autorevole). Chi scrive ricorda di aver fatto la spola per mesi, insieme a un altro giovane laureato in storia, Francesco Traniello, fra la casa di Maturi e Palazzo Carignano. Ma capita, com’è noto, a chi è stato presente, sia pure da comprimario, a un evento, di non ritrovarne poi del tutto, nella narrazione posteriore, l’atmosfera e le complicazioni, le tensioni e le liti di cui difficilmente i documenti ufficiali rendono conto. È bene guardarsi, dunque, da questa tentazione. Del resto, nel libro di Merolla, le questioni principali ci sono tutte, e delineate con buona chiarezza. Esse vertevano, in sostanza, soprattutto su due punti. C’era, in primo luogo, il tentativo di alcuni di opporsi a una visione oleografica del processo risorgimentale, riassunta nella postuma pacificazione fra i ?quattro grandi?: Cavour, Mazzini, Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Si collegava a questo l’annoso dibattito su quando cominciasse e finisse il Risorgimento.
Un secondo problema riguardava la Resistenza, ai cui rapporti con il Risorgimento Claudio Pavone aveva dedicato poco tempo prima un saggio che aveva acceso fiere discussioni. In una mostra divenuta ormai opera di pedagogia nazionale, si voleva da molti che la resistenza al fascismo e al nazismo non fosse dimenticata. Il compromesso raggiunto fu poi quello di una sorta di sfumato finale nel ?Secondo Risorgimento?. L’asprezza, a momenti almeno, di questi dibattiti, si può facilmente immaginare quando si tenga presente che il vero leader del Comitato ordinatore della Mostra era Francesco Cognasso: non tanto esponente di un ?fronte moderato? (p. 61), quanto storico onestamente sabaudo e tradizionalista, in pellegrinaggio quasi settimanale a Cascais.
Ma più che la storia della gestazione della Mostra torinese, interessa all’autrice il ruolo dei media, cui è dedicata la maggior parte del volume. E qui i risultati mi paiono notevoli, grazie anche a un’attenzione portata a molti campi ed aspetti: dalla divulgazione storica scritta alla radio, dal cinema a una televisione ancora agli albori, dalle canzoni al dibattito politico. Ne esce un quadro ricco e ben documentato dell’immagine un po’ irenica che gli italiani vennero invogliati a farsi di se stessi, nel delicato momento del passaggio dalla ricostruzione al boom economico, cui si accompagnavano, con l’avvio al centrosinistra, mutamenti politici non meno significativi.

Gianni Sofri