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Mario Del Pero – La CIA. Storia dei servizi segreti americani – 2001

Mario Del Pero
Firenze, Giunti, pp. 128, euro 8,26

Anno di pubblicazione: 2001

È difficile probabilmente trovare nella pubblicistica degli ultimi decenni (italiana, ma non soltanto italiana) un argomento più controverso di quello del ruolo storico della Cia. Miti e leggende si sono intrecciati a solidi elementi polemici, nel favorire un dibattito vivacissimo, quanto spesso relativamente poco fondato su una base di documentate conoscenze. Su tale sfondo, spicca questo sintetico libro, ispirato alla logica rigorosamente divulgativa della collana ?XX secolo?, che presenta profili della storia contemporanea con un corredo di illustrazioni, in forma grafica mossa e leggera. Mario Del Pero presenta la parabola storica della Cia sulla base di una estesa conoscenza sia del lungo dibattito politico-istituzionale negli Stati Uniti che delle ricerche storico-critiche ormai dispiegate oltreoceano. Ricerche che sono riuscite a indagare sul percorso di un’istituzione che affonda molte delle sue radici nella riservatezza e nel segreto. Viene così delineata con efficacia la storia cinquantennale dell’organizzazione, a partire dalle sue premesse, con la costituzione dell’Oss nel corso del conflitto. Lo sviluppo dell’agenzia istituita con il National Security Act del 1947 è seguito tra momenti di espansione e momenti di crisi interna, oppure di difficile legittimazione esterna, fino ai giorni nostri. È significativa la sottolineatura di una permanente tensione tra la struttura di intelligence e le altre branche dell’amministrazione, civile e militare, mentre emerge anche una frequente discrasia dell’azione della Cia rispetto alle linee operative degli stessi presidenti. Il che offre un interessante spaccato sul pluralismo strutturale nelle istituzioni statunitensi. Altro tratto saliente appare il permanente dualismo interno alla Cia tra la componente analitica (dedita alla raccolta ed elaborazione di informazioni) e quella operativa (impegnata in azioni clandestine all’estero: le famose covert operations). La forte struttura analitica, spesso classificabile come liberal nelle intenzioni, fu quasi sempre priva di pregiudizi ideologici nella sua funzione conoscitiva e ricca di personale esperto ed affidabile, distinguendosi così per l’opera di demitizzazione di alcuni paradigmi della cultura della guerra fredda (come l’aggressività sovietica o la generalizzazione della minaccia comunista in diversi scacchieri del mondo). Per converso, il braccio operativo raccolse spesso le posizioni più reazionarie dell’agenzia e l’infatuazione per le covert operations diede spazio alla componente più angusta e retriva della politica estera americana. Una serie di fallimenti oppure di mosse avventate compiute nel corso di tali iniziative (dalla Baia dei porci al golpe cileno, fino all’Iran-contras) giustifica le ondate di critiche che si indirizzarono verso l’agenzia in patria e all’estero. Il volume si segnala per affidabilità ed equilibrio, nel suo intento introduttivo e nella sua forma stringata, riempiendo un vuoto nella pubblicistica italiana e costituendo un utile strumento per iniziare ad addentrarsi in un tema storico delicato.

Guido Formigoni