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Mario Pacelli – Interno Montecitorio. Storie sconosciute – 2000

Mario Pacelli
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

Il libro è l’ampliamento di una ricerca pubblicata nel 1983 e si propone come storia materiale e amministrativa della Camera dei Deputati. L’autore, già funzionario parlamentare e ora professore di Istituzioni di diritto pubblico all’Università “La Sapienza” di Roma, ha lavorato su fonti e documenti interni, conservati presso l’Archivio e la Biblioteca della Camera, ma ha scelto inspiegabilmente di non corredare il volume di apparato critico e di note, limitandosi alla compilazione di una bibliografia finale. Lo studio si articola in tre capitoli, dedicati al parlamento subalpino, alla Camera del Regno d’Italia e alla Camera della Repubblica. Dietro la narrazione investigativo-giornalistica, ironica e aneddotica, si possono individuare due linee analitiche: da un lato la ricerca sull’ubicazione e sulle vicende architettoniche degli edifici che hanno ospitato la Camera (Palazzo Carignano a Torino, Palazzo Vecchio a Firenze, Montecitorio a Roma) con particolare attenzione alle peripezie edilizie dell’aula delle sedute, dall’altro la ricostruzione minuta della progressiva organizzazione degli apparati amministrativi con excursus su problemi tecnici, un tempo fondamentali, come la stesura dei resoconti e la stampa degli atti parlamentari. Dalla prima pista di ricerca emerge come dopo il trasferimento della Camera a Roma nell’ex-palazzo della Curia, la classe dirigente liberale progetti ripetutamente la costruzione di un nuovo edificio per accogliervi i due rami del Parlamento in omaggio ad un’esigenza di dignità e sacralità che, paradossalmente, è soddisfatta soltanto alla vigilia del crollo delle istituzioni rappresentative, nel 1918, quando, con l’inaugurazione dell’ampia aula in stile liberty, si conclude il lungo e costoso restauro di Montecitorio diretto dall’architetto Basile. La seconda linea di analisi, che interessa maggiormente l’autore, convinto che la storia dell’amministrazione parlamentare sia “storia politica” (p. 7), segnala la peculiarità di lunga durata dell’amministrazione parlamentare, autonoma dagli apparati statali, ma in posizione di dipendenza dal Presidente e dall’Ufficio di Presidenza per giurisdizione, contribuzione e arruolamento (l’introduzione generalizzata dei concorsi risale alla seconda metà di questo secolo, mentre la sua effettiva applicazione è recente). Ne deriva una simmetria fra le principali tappe di costruzione della burocrazia parlamentare e le congiunture politiche (ascesa al potere della Sinistra, caduta di Crispi nel 1891, consolidamento del sistema giolittiano, primo centro-sinistra). Fondamentale è stato a lungo il rapporto fiduciario fra Presidente della Camera e Segretario generale, figura introdotta nel 1907 a seguito di una riforma che ha determinato fino agli anni sessanta i “caratteri originali” dell’amministrazione parlamentare.
L’opera costituisce, infine, una sintesi introduttiva, ricca di dati, ad un oggetto storiografico di rilievo, ma poco studiato, configurandosi come un utile lavoro di mappatura per una storia materiale della Camera che resta in larga parte da scrivere.

Gian Luca Fruci