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Massimo Baioni (a cura di) – I volti della città. Politica, simboli, rituali ad Arezzo in età contemporanea – 2002

Massimo Baioni (a cura di)
Arezzo, La provincia di Arezzo-editrice le Balze, pp. 232, euro16,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume curato a Massino Baioni raccoglie saggi scritti da giovani studiosi, che hanno rielaborato i risultati raggiunti in sede di tesi di laurea e contributi maturati nell’ambito di progetti di ricerca sviluppati presso la sede di Arezzo dell’Università di Siena. L’oggetto delle indagini è costituito dall’analisi dei rapporti tra politica e sfera simbolica lungo tutto l’arco della storia aretina nell’Italia post-unitaria. Alcuni contributi si concentrano direttamente sui riti pubblici (le celebrazioni per la festa del 20 settembre ricordate da Eleonora Valeriani e quelle per il 25 aprile ricostruite da Massimo Tiezzi), altri dedicano la loro attenzione alle implicazioni simboliche della ridefinizione dello spazio urbano con una particolare attenzione alle trasformazioni odonomastiche (Serena Martinelli) e agli interventi urbanistici e monumentali (Catia Perugini, Marisa Dei, Annalisa Savoca). La valenza pedagogica di questi interventi è ben ricordata nell’Introduzione di Baioni, che ricorda come l’efficacia di queste operazioni non debba essere sottovalutata per effetto di un improprio confronto con gli strumenti odierni legati alla comunicazione di massa. Il dato che emerge con chiarezza è il rilievo politico-simbolico che assume l’immagine del Risorgimento nel corso dell’Ottocento come espressione del conflitto che separa liberali e clericali, e l’importanza pedagogica che la rilettura del Risorgimento assume sotto la Sinistra storica e nel periodo crispino (Valeriani). Se Catia Perugini analizza e mette a confronto l’interpretazione del Risorgimento e della Grande Guerra realizzata attraverso l’edificazione di monumenti commemorativi, Mariella Dei ricostruisce il tentativo di ridisegnare la toponomastica urbana in funzione di un disegno municipalista e tradizionalista in epoca fascista. L’operato dell’architetto fiorentino Castellucci ad Arezzo, sostenuto dall’azione del podestà Occhini, contribuì a configurare la città secondo un’immagine medievale che rifletteva non solo l’intento di offrire al turista un quadro stilistico coerente, ma anche e soprattutto l’immaginario delle classi dirigenti locali. In epoca fascista, peraltro, gli interenti urbanistici e architettonici non si limitarono alla realizzazione di un volto medievale, ma riscoprirono le componenti romane così come avviarono la costruzione di nuovi insediamenti. L’analisi della festa del 25 aprile, realizzata da Massimo Tiezzi, sulla scorta di documentazione d’archivio, offre l’occasione per mettere in luce a livello periferico il conflitto simbolico sull’interpretazione della resistenza nel secondo dopoguerra. In conclusione il volume, analizzando in profondità singoli aspetti della storia di Arezzo, non apporta solo un contributo alla conoscenza della storia aretina, ma consente di trovare conferme, in sede locale, di modelli interpretativi della storia nazionale.

Stefano Cavazza