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Massimo Bucarelli, Luciano Monzali (a cura di) – Italia e Slovenia. Fra passato, presente e futuro – 2009

Massimo Bucarelli, Luciano Monzali (a cura di)
Roma, Studium, 222 pp., Euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2009

Prendendo spunto dalla scarsa conoscenza che l’opinione pubblica italiana ha della Slovenia e dalla poca attenzione che la classe politica e intellettuale italiana manifesta per l’Europa centro-orientale nel suo complesso, Luciano Monzali, curatore del volume insieme a Massimo Bucarelli, propone uno «strumento di conoscenza e di informazione sulle relazioni fra Italia e Slovenia nei loro aspetti politici, storici, economici e culturali» (p. 1). L’obiettivo è stimolare una riflessione «in termini nuovi» che prenda in analisi le origini delle diffidenze reciproche, radicate soprattutto in quelle contrapposizioni nazionali che si sono espresse nella loro forma più radicale durante la prima metà del ‘900.Anna Millo ripercorre le tappe che hanno preceduto la stesura della Relazione della commissione storico culturale italo-slovena, integralmente riprodotta nell’appendice del suo articolo, evidenziando come il pregio del testo, commissionato dai ministeri degli Esteri di Italia e di Slovenia nel 1993, consiste nella sua «laicità» e sinteticità. Di esodo e di migrazioni dopo il 1940 si occupa Olinto Mileta Mattiuz, che estende la sua indagine dall’Istria settentrionale, all’area triestina e a quella goriziana cogliendo la complessità dei percorsi migratori che coinvolsero dopo il 1945 oltre alla popolazione italiana anche vaste fasce di popolazione slovena e croata, mimetizzate soprattutto nelle zone a ridosso del confine fra gli esuli italiani. Bucarelli esamina i rapporti tra l’Italia e la Jugoslavia dal dopoguerra agli anni ’90 e si sofferma sull’avvio di politiche transfrontaliere, successive al trattato di Osimo (1975), che favorirono la cooperazione economica tra i due Stati e che condizionarono la politica estera italiana nell’area danubiano-balcanica, fino al 1991 incentrata sull’amicizia con Belgrado. Le pressioni provenienti dalla Dc friulana e veneta, determinanti per il riconoscimento italiano della Slovenia e Croazia, trovano conferma anche nella ricostruzione proposta da Alessandro Duce fatta sullo spoglio degli atti della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati italiana. Il saggio di Giulio Cainelli e Paola Papa propone una sintesi molto generale sull’economia slovena e la sua struttura produttiva nonché sulle relazioni economiche sviluppatesi tra Italia e Slovenia dagli anni ’90 in poi, mentre Luca Zamparini offre uno panoramica sullo sviluppo del sistema di trasporto sloveno e del completamento del corridoio V della Rete paneuropea di trasporto nell’area slovena, strategica per raggiungere la maggior parte dei paesi dell’Europa centro orientale.È senz’altro significativo che in questo volume che ambisce a letture «non più conflittuali, ma fondate sull’idea di collaborazione e amicizia», e che «vuole essere un piccolo contributo in questo cammino, che deve portare all’intensificazione delle relazioni italo-slovene e all’assurgere di Italia e Slovenia quali protagoniste della definitiva trasformazione dello spazio adriatico in un mare di pace, prosperità e sicurezza» (p. 7), sia insufficientemente considerato lo «sguardo del vicino», soprattutto nei due contributi che trattano di economia e di trasporti.

Marta Verginella