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Massimo De Giuseppe (a cura di) – Oscar Romero. Storia, memoria, attualità – 2006

Massimo De Giuseppe (a cura di)
Bologna, EMI, 318 pp., euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2006

Tra denunce-inchiesta appassionate come L’arcivescovo deve morire di Ettore Masina e rigorose analisi documentarie, vedi il recente Primero Dios di Roberto Morozzo della Rocca, dal 1980 ? anno della tragica morte sull’altare ? la figura di monsignor Oscar Arnulfo Romero continua ad avere, per gli studiosi italiani, un posto di particolare rilevanza tra le figure che hanno segnato in profondità il profilo dell’America Latina contemporanea. Non poteva dunque mancare, a venticinque anni dalla scomparsa, un momento di riflessione complessiva sulla produzione storiografica e memorialistica a riguardo. Questo volume collettaneo prende appunto le mosse dal convegno Oscar Romero e il Centroamerica, venticinque anni dopo del novembre 2005. Il curatore, Massimo De Giuseppe (dottore di ricerca in Popoli culture e confessioni religiose e docente di Storia contemporanea presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano), introduce con competenza il lettore nella struttura tripartita del testo e nella sua logica, fortemente improntata all’interdisciplinarietà. La prima parte, El Salvador e il contesto centroamericano, tratteggia attraverso molteplici contributi il contesto nazionale da cui trae origine la profonda crisi politica salvadoregna, culminante a pochi mesi dall’uccisione dell’arcivescovo in una sanguinosa guerra civile. Particolarmente incisivi sono i saggi di Daniele Pompeiano e Loris Zanatta, rispettivamente centrati sui fattori di lungo periodo che conducono alla spirale di violenza nel paese ? lungo filo rosso che riemerge periodicamente nella trama della sua storia dalla fine del XIX secolo ? e sul controverso rapporto tra Chiesa e forze armate durante la guerra fredda. Da segnalare nella sezione centrale, La vicenda di Romero, il saggio di Morozzo della Rocca che ripercorre minuziosamente lo stato delle fonti edite e inedite, proponendo inoltre una riflessione sugli «usi pubblici», le numerose e contese appropriazioni, talvolta le palesi distorsioni che di questo personaggio hanno fatto, a seconda dei momenti e dei contesti, un eroe, un martire, un rivoluzionario. La terza parte, La memoria, conclude il volume presentando considerazioni che spaziano dall’impatto della vicenda di Romero sulla società civile italiana, al ruolo dei mass media, a quello della letteratura salvadoregna agli albori del conflitto, curata da Dante Liano. Per quest’ultimo insieme di contributi può forse risultare un po’ faticoso rintracciare un filo conduttore, lasciando a chi legge la responsabilità di stabilire nessi logici e percepire omogeneità nei registri linguistici. Eppure l’indubbio valore del volume risiede proprio nell’ambiziosa scommessa data dall’eterogeneità degli approcci presentati, «alla ricerca di diverse chiavi di lettura che potessero costruire un terreno di confronto, non sempre necessariamente lineare ma, forse anche per questo, più vitale e problematizzante» (p. 14.).Un libro denso di contenuti, potenzialmente molto utile, credo, anche in ambito didattico, che nella sua polisemia contribuisce di certo a coniugare, per dirla con Wieviorka, la temperatura di fuoco della testimonianza con quella gelata della Storia.

Benedetta Calandra