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Massoneria e irredentismo. Geografia dell’associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento

Luca G. Manenti
Trieste, Irsml Friuli Venezia Giulia, 279 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2015

Negli ultimi anni la storiografia ha cominciato nuovamente a occuparsi di Masso- neria e del ruolo che questa istituzione ha ricoperto nelle varie vasi della storia d’Italia. Ai testi «classici» (Mola, Conti, Fedele, Cordova, Novarino, Isastia, Padulo) si è aggiunta una nuova generazione di ricercatori, che stanno contribuendo a inquadrare con obiettività il tema dei rapporti tra nazione, Stato, forze politiche e «Libera Muratoria». In quest’ottica si inserisce efficacemente il lavoro di Manenti, accendendo le luci sul tema, tutt’altro che semplice, del connubio tra società latomistiche e irredentismo.
L’approccio dell’a. è sostanzialmente di due tipi: prosopografico e geografico. Par- tendo dalle considerazioni di Éric Saunier, apprezzato storico della Massoneria d’Oltral- pe, Manenti utilizza le principali biografie dei massoni irredentisti per descrivere i pro- cessi di affermazione e di ramificazione del rivendicazionismo italiano, prendendo ad esempio il «Circolo Garibaldi» di Trieste e le sue figliazioni nel Regno d’Italia, per gli anni compresi tra il 1878 (anno che giustamente l’a. individua come punto di partenza dell’irredentismo) e la fine del XIX secolo, limite che forse sacrifica il respiro della ricerca, considerando le trasformazioni che l’irredentismo subì, ad esempio, dopo l’avvicinamen- to italo-francese del 1902, la crisi bosniaca del 1908 o la guerra di Libia. Tuttavia è ancora il metodo prosopografico, con l’estensione dell’attività di molti soggetti analizzati, che consente all’a. di spingersi in taluni casi fino a ridosso del conflitto mondiale. Inoltre, attraverso la ricostruzione delle vite dei personaggi studiati, traspare in molti passi del vo- lume una sorta di discontinuità generazionale tra «vecchi» e «giovani», con questi ultimi assai più radicali dei loro predecessori nelle battaglie e tendenti a concepire l’iniziazione libero-muratoria più che come un percorso morale e spirituale interiore, come una mili- tanza politica tout court.
Il secondo approccio, quello geografico, è intimamente collegato al primo e consen- te al lettore di attraversare l’intera penisola, dal Piemonte alle Isole, con una conclusione saggiamente dedicata alla Venezia Giulia e alle innervature massoniche che il «Circolo Ga- ribaldi» di Trieste ebbe attraverso l’opera della loggia clandestina «Alpi Giulie». Il metodo geografico, ancorché necessariamente schematico, trasforma il saggio storico generale (di fatto concentrato in un capitolo, dopo un’interessante introduzione metodologica) in un agile manuale di consultazione anche per chi voglia dilettarsi di storie locali o regionali.
In conclusione riteniamo che la seria ricerca di Manenti, basata su fonti primarie in buona parte inedite e ben gestite, si sia risolta in un testo agile e facilmente leggibile, con forse l’unica pecca di non riportare in fondo una bibliografia di riferimento, che personal- mente riteniamo più utile del solito glossario massonico ormai ritenuto obbligatorio da tutti i «massonologi». Ma in fondo si tratta semplicemente di una piccola critica, dettata dalla pigrizia di chi scrive.

Marco Cuzzi