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Matteo Sanfilippo (a cura di) – Emigrazione e storia d’Italia – 2003

Matteo Sanfilippo (a cura di)
Cosenza, Pellegrini editore, pp. 307, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume riunisce i saggi già pubblicati a cura di Matteo Sanfilippo in due numeri monografici del «Giornale di storia contemporanea» (n. 2, 2000 e n. 1, 2001). Nel primo fascicolo erano raccolti i contributi concernenti i modelli regionali di partenza e di rientro e nel secondo quelli relativi ai connotati politici e di genere dei flussi ed ai loro legami con la mobilità dell’età contemporanea. Ora Sanfilippo li ripropone, preceduti dalla sua Introduzione, che inserisce i saggi nell’attuale dibattito storiografico sull’emigrazione. Pur registrando la presenza delle migrazioni nelle principali sintesi italiane di storia degli ultimi decenni (dalla Storia d’Italia Einaudi alle più recenti Storia dell’Italia repubblicana, diretta da Barbagallo per Einaudi, e Storia dell’agricoltura italiana, diretta da Bevilacqua per Marsilio), il curatore di questo volume collettaneo sottolinea la tradizionale marginalità degli studi di storia dell’emigrazione rispetto alla storia nazionale, malgrado l’evidente centralità della mobilità interna e internazionale nella vicenda storica italiana in età contemporanea. La responsabilità della mancata assunzione dell’esperienza migratoria nella storia nazionale è attribuita ai pregiudizi dei paradigmi culturali nazionalisti, cattolici e marxisti, ma anche all’autoghettizzazione di una storiografia troppo spesso iperspecialistica. Si rende necessario, pertanto, gettare un ponte ? è questo l’obiettivo dichiarato di Sanfilippo ? tra storia nazionale tradizionale e storia dell’emigrazione. Per inciso, valeva forse la pena di spendere qualche parola sulla Storia dell’emigrazione italiana, curata da Bevilacqua, De Clementi e Franzina per Donzelli, che rende finalmente evidente, non solo agli specialisti, quanto l’emigrazione sia imprescindibile per la comprensione sia della storia d’Italia che della storia dei paesi d’arrivo.
Nella prima parte del volume, dedicata ad alcuni casi regionali, si segnalano i saggi di Paola Corti (che s’interroga sul caso piemontese), Emilio Franzina (che si occupa di un caso emiliano, al quale è stato di recente dedicato un volume; cfr. Annale Sissco 2003, p. 517), Amoreno Martellini (che studia la dimenticata emigrazione marchigiana), Giuseppe Masi (che fa il punto sullo studio del caso calabrese), Antonino Checco (che studia i luoghi e le comunità di partenza dell’emigrazione siciliana).
Nella seconda parte, Maddalena Tirabassi pone utilmente il problema del rapporto tra l’approccio locale e quello transnazionale nella ricerca, in particolare da un’ottica di genere; Giulietta Stefani si occupa dell’apporto femminile all’americanizzazione degli emigrati italiani negli anni Cinquanta; Matteo Pretelli insiste sulla prospettiva dell’integrazione nella società d’arrivo, occupandosi degli italoamericani e dei Fasci all’estero (ma su questo argomento si veda ora il volume curato da Franzina e Sanfilippo, Il fascismo e gli emigrati, Roma-Bari, Laterza, 2003); Paolo Borruso si occupa dell’emigrazione clandestina nell’arco di cent’anni e della difficoltà, dunque, di quantificare il fenomeno migratorio; Giovanni Pizzorusso, infine, si spinge indietro fino al Medioevo, per individuare e descrivere le radici premoderne delle migrazioni contemporanee.

Vittorio Cappelli