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Matteo Sanfilippo – Dal Québec alla Città Eterna. Viaggiatori franco-canadesi a Roma – 2005

Matteo Sanfilippo
Roma, Istituto nazionale di studi romani, pp. 163, euro 20,66

Anno di pubblicazione: 2005

A partire soprattutto da oltre due decenni di scavo archivistico nelle fonti vaticane e romane, Matteo Sanfilippo traccia un quadro complessivo dell’immagine di Roma così come questa si è creata attraverso le centinaia di viaggi franco-canadesi, a partire da quello del vescovo Plessis nel 1819-20. L’autore riprende l’eredità dello storico franco-canadese Pierre Savard (1936-98), che però si era soprattutto basato su fonti a stampa, e sintetizza e arricchisce i risultati di una serie di suoi articoli apparsi in Italia e in Canada (1989-2002).
Com’è noto, fino agli anni Sessanta dell’Ottocento la provincia canadese del Québec si è tradizionalmente schierata dalla parte del papa e, finché possibile, del suo potere temporale, tanto da inviare, nel corso del Risorgimento, alcune centinaia di zuavi a difenderlo dall’assedio piemontese. Sanfilippo paragona inoltre l’esperienza franco-canadese a quelle anglo-canadese e statunitense, anch’esse analizzate soprattutto tramite la documentazione archivistica.
Al di là dell’utilissima sintesi di viaggi, viaggiatori, scritti e fonti inedite, l’autore arriva ad alcune conclusioni originali e di particolare interesse. Prima di tutto il fatto che non tutti i viaggiatori erano cattolici e ancor meno ecclesiastici. Spesso si trattava infatti di semplici turisti, uomini di cultura, o funzionari politici. In secondo luogo, l’assenza di univocità nei criteri di giudizio. Non tutti i cattolici (franco-canadesi, anglo-canadesi, statunitensi) giudicarono Roma allo stesso modo. I canadesi in senso lato non si contrapposero agli statunitensi, e questi ultimi, anche quando protestanti, non presentarono un fronte unitario. Insomma, secondo Sanfilippo non è così schematico, e va di volta in volta verificato, il fatto che i cattolici abbiano sempre sostenuto il papa e i protestanti lo abbiano sempre osteggiato.
Pur nella sua ricchezza, dal libro derivano al lettore alcuni elementi di insoddisfazione. Il titolo è leggermente contraddittorio: nel libro si parla non soltanto di Québec, poiché i francofoni (inclusi i franco-canadesi) vivevano anche fuori provincia. La scrittura, soprattutto nell’ultima parte, è spesso poco curata e utilizza parole che disturbano perché gergali e anacronistiche (?set socio-religioso?, ?choc?, ?crudeli terroristi?, pp. 25, 30, 35). Sempre nell’ultima parte, l’analisi puntuale lascia spazio a un procedere per immagini, allusioni e ammiccamenti (in stile francisant, verrebbe da dire), e i riferimenti a singoli autori, al cinema e al mondo del digitale, prescindono da griglie di riferimento analitiche e perciò appaiono casuali e impressionistici.
Dal Québec alla Città Eterna resta comunque un libro nuovo, interessante, utile e originale, che, nella sua sinteticità, certamente mancava sia in Canada che in Italia.

Luca Codignola