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Maurizio Ciampa – L’epoca tremenda. Voci dal Gulag e dalle Solovki – 2010

Maurizio Ciampa
Brescia, Morcelliana, 231 pp., € 16,00

Anno di pubblicazione: 2010

Nella postfazione Ciampa avverte che il suo non è «un libro di testimonianze.., non è neppure un saggio storico, e non è una narrazione»; al pari di Grossman, aggiunge, «ho provato a immaginare». Non è il solo a averlo fatto. La letteratura russa del XX secolo sarebbe più povera se Grossman, Mettner, Evtušenko, Pasternak, persino Šalamov, nelle pagine sulla morte di Mandel’štam, non avessero parlato della violenza del regime sovietico e del nazismo descrivendo esperienze non vissute di persona. Immaginare si può, se il confronto non spaventa, e se si ritiene di avere qualcosa di originale da scrivere. Inutile quindi rincorrere le inesattezze storiche del testo; lascia perplessi invece il mancato uso di segni diacritici nella grafia di nomi e cognomi russi. Per esplicita dichiarazione dell’a., l’impresa è sostenuta da letture molto selettive e le «cronache della vita nuova» si riducono a pochi episodi, che non rendono la capacità del Gulag di essere per i sopravvissuti una esperienza di trasformazione, tanto profonda da coinvolgere l’intera società. Per milioni il Gulag fu esperienza di morte, e di questo parla soprattutto Ciampa. La descrizione degli anni di prigionia dello scienziato e uomo di Chiesa Pavel Florenskij, fucilato nel 1937, rievoca con pathos il martirio di una figura eccezionale. Più goffo il tentativo di narrare gli ultimi giorni di vita di due giovani prigionieri, fucilati assieme a lui, resi attraverso artificiosi dialoghi filosofici e ripetitive metafore di disfacimento.Scritto da un non specialista per non specialisti, il libro ha il merito di esprimere l’essenziale: la morte è evento individuale, anche quando essa si colloca all’interno di vicende collettive. Se riuscirà a convincere qualche lettore a andare oltre le sue lacunose pagine e rivolgersi alla grande letteratura sul tema, avrà assolto il suo compito.

Fabio Bettanin