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Maximiliane Rieder – Deutsch-italienische Wirtschaftsbeziehungen. Kontinuitäten und Brüche 1936-1957 – 2003

Maximiliane Rieder
Frankfurt am Main, Campus Verlag, pp. 538, euro 59,00

Anno di pubblicazione: 2003

Nella prima parte della sua tesi di dottorato, ben documentata in base a materiale archivistico italiano e tedesco, l’autrice illustra le vicende che condussero l’Italia fascista e la Germania nazista dalla ?economia mondiale all’economia continentale?. Nella seconda, si dedica ai rapporti economici bilaterali all’interno dell’Asse Roma-Berlino fino alla caduta del fascismo. Emergono la competizione e la profonda divergenza che contrapposero le due economie in campo internazionale, soprattutto nell’area mediterranea e balcanica. Gli scambi economici rimasero subordinati non solo e non tanto alle comuni finalità politiche e militari, quanto ai rispettivi interessi nazionali che poco concedevano al cameratismo politico. La priorità che l’Italia volle dare all’industrializzazione si scontrò con i piani tedeschi di relegare l’alleato in uno ?spazio agrario integrativo?. Negli scambi bilaterali, inoltre, il paese mediterraneo realizzò nella maggior parte degli anni un avanzo, grazie alle rimesse dei lavoratori italiani in Germania. La cooperazione per la tardiva mobilitazione economica per la guerra venne intensificata in base a commesse industriali. Prima del 1942 i rapporti economici non furono affatto caratterizzati da vantaggi unilaterali della parte tedesca, come è stato sostenuto. Analizzando i rapporti economici tra la Germania nazista e la RSI, l’autrice illustra l’integrazione del potenziale industriale italiano nell’apparato bellico nazista, quantifica il deflusso documentabile di risorse italiane verso il Reich e valuta i motivi dei vari attori, in particolare dell’amministrazione tedesca e degli industriali italiani.
Uno degli aspetti più avvincenti del libro consiste nell’adozione di una prospettiva di medio raggio che travalica le periodizzazioni canoniche, e che dal crollo del regime fascista arriva fino alla fondazione della CEE. Dopo aver fatto luce su restituzioni e riparazioni ? concluse, a livello bilaterale, attorno alla metà degli anni Sessanta ?, l’autrice ricostruisce i primi passi verso la ripresa delle relazioni economiche, passi che furono faticosi per le difficili circostanze economiche e l’iniziale diffidenza politica degli alleati. Se ne fecero portatrici istituzioni nonché personalità non di rado da tempo impegnate nelle strutture preposte agli scambi. Le varie tappe di tale ripresa, segnate da trattati bilaterali e multilaterali, vengono discusse con un’attenzione costante al contesto politico internazionale. Dopo il 1950, gli scambi vennero vivacizzati da fattori come la crescita economica, la ripresa dei rapporti diplomatici e la crescente liberalizzazione degli scambi commerciali e finanziari. Furono soprattutto ?le continuità istituzionali e personali a spiegare perché la Repubblica Federale potesse tanto rapidamente riprendersi il primo posto tra i partner commerciali dell’Italia? (p. 496). I rapporti economici dunque facilitarono l’integrazione dei due paesi in un comune contesto di alleanze.
È auspicabile che questa esauriente ricostruzione delle relazioni economiche italo-tedesche nel periodo 1936-57 sia al più presto resa accessibile anche al lettore italiano.

Rolf Petri