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Michelangelo Vasta – Innovazione tecnologica e capitale umano in Italia (1880-1914). Le traiettorie della seconda rivoluzione industriale – 1999

Michelangelo Vasta
il Mulino, Bologna

Anno di pubblicazione: 1999

Pubblicato nella collana di “Storia e studi sull’impresa” della fondazione Assi, il volume di M. Vasta interviene su un nodo cruciale della storia economica italiana, quello dello sviluppo, nel periodo della seconda rivoluzione industriale. Vasta affronta questo tema da un angolo visuale molto preciso e cioè quello dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico e del capitale umano. In questa prospettiva, e tenendo conto della più recente e consolidata letteratura economica sul tema, l’a. passa innanzitutto in rassegna la discussione sullo sviluppo economico italiano in età liberale che ha visto fronteggiarsi Gerschenkron, Romeo, Bonelli, Cafagna ecc. Quindi passa all’analisi della dinamica delle innovazioni in due dei settori trainanti della seconda rivoluzione industriale – quello chimico e quello elettrico – interrogandosi sull’interrelazione tra ricerca scientifica, innovazione e nascita di nuovi paradigmi tecnologici. La parte di ricerca più originale del volume è concentrata nel capitolo quarto dove Vasta affronta la questione cruciale dei brevetti e della validità del loro utilizzo come indicatori dello sviluppo e della capacità di innovazione. Dopo aver esaminato (cap. 3) la legislazione in materia, l’a. avvia “una valutazione delle caratteristiche dell’attività innovativa italiana” nel periodo compreso tra il 1880 e il 1914 sulla base delle statistiche sui brevetti. L’analisi dei dati e della natura dei brevetti nel settore chimico e in quello elettrico, della loro distribuzione geografica e settoriale e il confronto con le cifre relative agli altri paesi industrializzati e in via d’industrializzazione permettono a Vasta di ragionare sui processi di specializzazione tecnologica e sui meccanismi di accumulazione e concentrazione di capacità innovativa, ma gli consentono soprattutto di confermare “la debolezza” del paese nel cogliere nuove opportunità tecnologiche, e di individuare, nel periodo considerato, una leggera riduzione della dipendenza dall’estero e “un aumento della capacità dell’Italia a sviluppare una propria attività innovativa” (p. 191) soprattutto nel comparto dell’elettricità. Il volume si conclude con un capitolo dedicato allo sviluppo del sistema educativo italiano – particolare attenzione è naturalmente dedicata all’istruzione tecnica e professionale – in rapporto allo sviluppo economico e riprende un materiale già pubblicato nel volume dedicato all’industria degli Annali della Storia d’Italia Einaudi.

Daniela Luigia Caglioti