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Michele Belletti – Lo scioglimento della Camera dei Deputati nel periodo statutario – 2004

Michele Belletti
Bologna, Gedit edizioni, pp. 426, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

A tratti, tale è la parafrasi, sembra di percorrere le pagine del venerando, ma pur sempre affascinante trattato di diritto costituzionale del Palma. E poi, essendo questo datato 1882, la più recente sintesi di storia costituzionale dovuta ad Arangio Ruiz, comparsa, come si sa, in piena crisi di fine secolo (diciannovesimo). Questo volume, che pure affronta un tema importante e contiene molte utili nozioni, sembra quasi oppresso dai riferimenti a questi autori-fonte, ne assume il giro della frase, il periodare ottocentesco. E molto deve, come dichiarano le note, ai saggi dei costituzionalisti Costanzo e Carlassarre, datati rispettivamente 1982 e 1983.
A proposito di uno dei temi di scuola del diritto costituzionale ci viene insomma proposta in buona sostanza una cronologia, che tuttavia neppure tien conto delle più recenti acquisizioni della storia politica. Il prodotto che ne consegue, presentato in una forma da edizione provvisoria, cui avrebbe comunque giovato un altro giro di bozze, non può dunque essere oggetto di particolare discussione.
Ma solleva alcune questioni di merito e di metodo che può essere opportuno annotare.
Innanzi tutto dimostra come sia ormai del tutto stucchevole continuare ad interrogarsi sul ?regime parlamentare? nei termini tradizionali. Come quando Belletti scrive della ?stabilizzazione della forma di governo in senso quasi parlamentare? (p. 368) riferendosi alla matura ?età giolittiana?, ove l’avverbio dice tutto. Così come quando la nozione di regime ?costituzionale puro? si affaccia dopo che, da una decina di anni ormai, da ricerche di storia politica il celeberrimo e troppo citato ?ritorno allo Statuto? è stato convenientemente sistemato all’interno della dialettica peculiare del sistema di governo italiano. Il nostro autore non si perita neppure di ritornare sulla deprecazione dell’assenza di partiti politici nella vicenda italiana, liquidando in una decina di pagine il cruciale periodo del primo dopoguerra, sei volte meno di quelle dedicate al pur non meno importante primo quadriennio statutario.
Resta la giusta constatazione della centralità della Corona, su cui il libro si conclude (p. 405). Meglio sarebbe stato allora probabilmente, in luogo di una cronistoria, affrontare più risolutamente l’argomento, offrendoci, dal peculiare punto di vista del diritto costituzionale comparato (intendendosi la comparazione rivolta alla storia, secondo una consolidata scuola), una tipologia degli scioglimenti delle Camere, che sarebbe stata di una qualche utilità in ordine appunto alla questione, ancora per diversi aspetti aperta, della definizione della governabilità dell’Italia liberale, cioè della visione realistica della evoluzione del sistema di governo italiano.

Francesco Bonini