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Michele Gottardi (a cura di) – Fuori d’Italia: Manin e l’esilio – 2009

Michele Gottardi (a cura di)
Venezia, Ateneo Veneto, 471 pp., Euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2009

Il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato nel novembre 2007 per il 150° anniversario della morte di Manin, ma non per questo risulta celebrativo e retorico riuscendo invece a rivisitare la figura di Daniele Manin inserendola nel «più ampio significato dell’esilio» (Gottardi, p. 23). Sono presenti, insieme ad un ricco apparato iconografico, 20 saggi non divisi però in sezioni, e la mancanza di una vera introduzione rende più difficile comprenderne l’unitarietà, anche per alcuni lavori che – pur affrontando appunto il tema dell’esilio o le vicende successive di Venezia – appaiono un po’ separati. Ma il complesso del volume è di grande interesse, non solo per ricostruire «fortuna e sfortuna» di uno dei leader del biennio rivoluzionario (coma fa lucidamente il saggio di Gottardi), ma anche per collocare la lettura di quegli avvenimenti nel processo risorgimentale e nel dibattito politico, tanto italiano quanto almeno francese se non europeo, di quel periodo. Il tema dell’esilio, di Manin ma anche di altri protagonisti, veneti e non, viene infatti affrontato non tanto come contestualizzazione degli eventi quanto come categoria storiografica (specie nei saggi di Ginsborg, del Negro, Isabella) per ricostruire e delineare la rete delle relazioni del movimento liberale e come in esse si giocassero, anche attraverso letture degli avvenimenti appena passati, partite e culture politiche. Attraverso la lente Manin, si possono così ricostruire come in un rimando di specchi i rapporti tra Francia e Italia: in particolare nei saggi di Tabet, che legge l’esilio parigino di Manin anche come fosse una «ambasciata» per Venezia; Brovelli, sul discorso storico che si dipana dal rapporto con Anatole de La Forge; Fruci che, studiando «l’avvio del processo di affermazione mediatica di Manin», ne evidenzia i «meccanismi di riconoscimento, esposizione e accreditamento» (p. 133). Ma non è presente solo Manin: e se Riall e Franzina riprendono la figura di Garibaldi e Adorni quella di Crispi, ci sono anche lavori su co-protagonisti dell’esperienza repubblicana veneziana che nell’insieme restituiscono lo spessore e le dimensioni di quella fase, che è stata anche punto di approdo e di partenza per tanti appartenenti al campo rivoluzionario, come indagato dal bel saggio di Cecchinato, che approfondisce sfasature e direttrici dell’esilio determinate dalle sconfitte del 1849. Anche altre figure legate in qualche modo a Manin vengono portate alla luce attraverso la loro attività nel biennio o nell’esilio (come Revoltella, Pincherle, Caffi, Giustinian rispettivamente nei saggi di Zimolo, Paglia, Lugato e Latini, Lepscky-Mueller). Bernardello invece cerca di dare, se non proprio una prima prosopografia, alcune iniziali indicazioni sull’insieme di coloro che furono costretti all’esilio, utilizzando la chiave di lettura delle «vite spezzate» e partendo dalla descrizione del processo epurativo messo in atto dagli austriaci con la Notificazione del 21 settembre 1849.Sarebbero stati utili l’indice dei luoghi e il rimando alle immagini nei saggi che le hanno utilizzate. Alcuni saggi riprendono lavori già editi. Nota del curatore e introduzione, formale, di Antonio Alberto Selmi, presidente dell’Ateneo Veneto.

Agostino Bistarelli