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Michele Lungonelli e Martina Migliorini – Piero Ginori Conti. Scienza, cultura e innovazione industriale nella Toscana del Novecento – 2002

Michele Lungonelli e Martina Migliorini
Firenze, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze Economiche,

Anno di pubblicazione: 2002

La ricerca si inserisce nel filone di studi sulle biografie di imprenditori, che in tempi recenti ha avuto notevole sviluppo nell’ambito della business history italiana e che, tra l’altro, è sfociato nell’ambizioso progetto di un Dizionario biografico degli imprenditori promosso dall’Istituto della Enciclopedia Italiana. Il volume ricostruisce la vicenda personale, pubblica e professionale di Piero Ginori Conti, uno dei maggiori protagonisti dell’imprenditoria nazionale nella prima metà del Novecento, opera che è stata resa possibile dal versamento delle sue carte presso l’Archivio di Stato di Firenze e dal riordinamento dell’Archivio storico toscano dell’ENEL, a lui intestato, dove è confluita la documentazione relativa alla Società Boracifera di Larderello.
Questa impresa, che rappresentò il primo esperimento mondiale di utilizzazione di forza geotermica per la produzione di energia elettrica, venne fondata da Ginori Conti nel 1912 per dare continuità alle iniziative industriali sostenute per tre generazioni dalla famiglia de Larderel, arrivata ad essere una delle più ricche e prestigiose della società toscana dell’Ottocento (Ginori Conti sposò nel 1894 la figlia di Florestano de Larderel). Personaggio senz’altro peculiare nel contesto di un’aristocrazia toscana che risultò fortemente restia a spostare i propri capitali dalla rendita fondiaria e dalle obbligazioni pubbliche agli investimenti industriali, Ginori Conti caratterizzò la nuova attività per il solido legame con il mondo della ricerca scientifica. Egli stesso, che pur si era formato nella fiorentina Scuola di Scienze Sociali, si dedicò con passione agli studi di chimica e di ingegneria, venendo premiato con due lauree honoris causa e con la nomina a socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. In linea con le tradizioni della nobiltà toscana fu invece la sua scelta di impegno diretto nella vita politica, che lo vide dapprima consigliere provinciale di Pisa, quindi dal 1900 al 1913 eletto ininterrottamente deputato di Volterra e dal 1919 nominato senatore. Nel 1920, dopo una fase di forte conflittualità politica e sociale nella zona ove avevano sede i suoi stabilimenti, fu tra i fondatori del Fascio di Larderello, uno fra i primi a essere costituiti in Toscana, e da allora in poi egli fu un caldo sostenitore del fascismo e dei suoi metodi violenti di lotta.
L’opera di Lungonelli e Migliorini ha il pregio di gettare luce su una personalità complessa e dai vasti interessi, non ultimi quelli nell’ambito del mecenatismo culturale. Su molti di essi l’analisi si sofferma necessariamente alla superficie, lasciando intendere che la documentazione potrebbe consentire ulteriori percorsi di approfondimento. L’auspicio è che i due autori possano svilupparli in un lavoro di più ampio respiro, che prenda le mosse dai risultati qui conseguiti.

Fulvio Conti