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Migrazioni bassopadane. Un secolo di mobilità residenziale nel Ferrarese (1861-1971)

Michele Nani
Palermo, New Digital Press, 323 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2016

Nonostante il recente fiorire di buoni studi sui fenomeni migratori italiani – che ha tra l’altro interrotto una certa marginalità di questi temi all’interno della nostra riflessione storica –, da più parti è stata fatta notare l’utilità di ulteriori messe a punto, tanto nei linguaggi e nei metodi, quanto nelle articolazioni e periodizzazioni del loro oggetto di osservazione.

A valle di queste considerazioni molto generali collocherei il volume di Nani che «si occupa di traslochi, perché si occupa della mobilità residenziale della popolazione, un fenomeno ordinario ma per niente banale» (p. 27). Migrazioni soprattutto a breve distanza perciò, la tipologia che muove più persone anche se è spesso trascurata dagli studi storici, comprensibilmente più sensibili al fascino di spostamenti ben più marcati, o comunque con impatti più evidenti sul piano dei mutamenti sociali.

Qui sostiamo più spesso sulla soglia dell’intercomunale (l’infra rimane precluso dalle fonti), posta come articolata somma di tante realtà più «micro», ossia su quel livello locale che rimane la scala ideale per allacciare tanti oggetti di studio alle questioni centrali che sorreggono la costruzione (o decostruzione) di un territorio. E procediamo inoltre su un arco cronologico abbastanza lungo da non rimanere impigliati nelle mere congiunture procedendo, sul filo dei censimenti, dall’Unità nazionale fino ai margini della grande immigrazione straniera di fine ’900.

L’a. sceglie un territorio che, benché abbia avuto centralità storiografica in altri tempi e su altri temi della nostra contemporaneistica, è rimasto invece particolarmente povero di ricerche migratorie (come è del resto avvenuto per tutta una parte non secondaria dei processi di mobilità, quelli relativi alle aree rurali di pianura); con fonti (edite e inedite) ampie ma non di rado disorganizzate e dall’utilizzo controverso, talvolta semplicemente dispersive nell’offrire il necessario.

Questa condizione ha imposto la prospettiva storico-demografica, il taglio quantitativo dei numeri costruito sull’analisi dell’affidabilità dei dati, e quindi sui processi della loro costruzione e possibile aggregazione; il discorso sulle scelte degli istituti che li hanno prodotti, sulle carenze e sulle sovrapposizioni che l’a. pone capillarmente al centro della narrazione. La discussione di metodo, l’esemplificazione in grafici e tabelle dei quadri che le fonti hanno permesso di ricostruire sono perciò divenuti consapevolmente il cuore del volume. Saldi naturali e saldi migratori tracciano una geografia variabile dei flussi di mobilità corrispondente alla pluralità di luoghi (municipi,razioni, sobborghi) e alle frequenti irregolarità dei cicli che segnano durate, distanze, confini attraversati. Una geografia, ci avverte Nani, da considerare come un necessario passaggio preliminare per un approccio a più livelli tutto da costruire, ma che possa, anche in questo caso, contribuire a darci conto di una realtà nazionale sempre sospesa tra dinamiche più generali e mosaici di casi locali.

Roberto Parisini