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Monica De Togni – Governo locale e socializzazione politica in Cina – 2007

Monica De Togni
Alessandria, Edizioni dell’Orso, 182 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2007

Oggetto di questo libro è l’evoluzione del rapporto tra le autorità del governo centrale e locale e i cittadini del Sichuan, provincia tra le più popolose e prospere della Cina, nel periodo compreso tra il 1909 e il 1914, cioè dall’anno delle prime elezioni nel paese al momento in cui Yuan Shikai, presidente della neonata Repubblica, sciolse le assemblee rappresentative. Un periodo breve ma cruciale per la Cina del ‘900: dapprima l’introduzione delle riforme alla fine dell’epoca Qing, con il tentativo di fare della Cina una monarchia costituzionale, e in seguito, il passaggio al regime repubblicano. Nell’ambito della complessiva modernizzazione dell’apparato statale, il volume concentra l’attenzione su un particolare aspetto della storia politica, ovvero l’adozione di un sistema di autogoverno locale, nel quale il magistrato di distretto, rappresentante dell’autorità centrale, veniva affiancato da assemblee e consigli locali, costituiti su base elettiva.Nel 1909 vennero promulgati i «Regolamenti per le città e per i distretti» che dovevano definire gli ambiti di partecipazione della collettività al governo locale. Con questa concessione, la corte intendeva in realtà controllare le iniziative dal basso dei cittadini, volte ad adeguare la politica ai cambiamenti sociali in atto. Anche l’impulso dato all’aumento del livello di alfabetizzazione e alla formazione dei cittadini – come scrive l’a. nella conclusione – «sembra un pretesto per porre un freno e imbrigliare l’intraprendenza dei notabili» (p. 155). Il volume analizza alcuni aspetti della riforma del sistema scolastico, attuata dalla corte Qing, a partire dall’abolizione del sistema degli esami imperiali nel 1905, mettendone in luce le importanti conseguenze sul rapporto tra la dinastia regnante e i suoi sudditi e soffermandosi sulla creazione dei centri di studio sull’autogoverno, appositamente creati per preparare la popolazione a partecipare attivamente al processo di rinnovamento istituzionale e politico.Il processo di socializzazione della politica, esaminato attraverso un caso particolare, smentisce efficacemente lo stereotipo storiografico che dipinge la Cina come un «impero immobile» di fronte alla propria rovina e illumina una pagina poco nota e poco studiata della storia cinese di inizio ‘900. Monica De Togni, docente di Storia della Cina all’Università degli studi di Torino, si è avventurata su un terreno ancora poco battuto, compiendo un’approfondita ricerca e raccogliendo molte fonti di prima mano. Infatti, il caso del Sichuan viene dettagliatamente esaminato grazie a una ricca documentazione in buona parte inedita, raccolta dall’a. a Chengdu, nell’Archivio provinciale e negli archivi di vari distretti del Sichuan. Alle fonti d’archivio si aggiungono i giornali e le riviste locali dell’epoca, numerose monografie locali e una vasta bibliografia per lo più in lingua cinese. Proprio qui sta forse il pregio maggiore del volume. Nel panorama italiano, infatti, gli studi di carattere storico sulla Cina del ‘900, che richiedono necessariamente una buona conoscenza della lingua cinese, sebbene in crescita, sono ancora molto scarsi.

Elisa Giunipero