Cerca

Mussolini’s Army in the French Riviera

Emanuele Sica
Urbana, IL, University of Illinois Press, 312 pp., $ 38,53

Anno di pubblicazione:

L’occupazione Italiana della Francia meridionale ha destato tra gli storici assai meno
interesse delle occupazioni dei Balcani e della Grecia. Probabilmente per la breve durata,
solo dieci mesi, tranne che per Mentone e qualche villaggio sulla frontiera, e per l’assenza
di una seria resistenza armata. Al di là di pubblicazioni di storia locale o su singoli aspetti
dell’occupazione, il tema è stato affrontato in Italia da D. Schipsi, L’occupazione italiana
dei territori metropolitani francesi, e in Francia da J.L. Panicacci, L’occupation italienne,
Sud Est de la France, utilizzando quasi solo le fonti dei rispettivi paesi. Il primo ha affrontato
soprattutto l’aspetto strettamente militare. Il secondo si è soffermato sui rapporti tra
autorità e popolazione locale e i comandi italiani, sottolineando, in modo un po’ querimonioso,
gli inevitabili attriti tra occupanti, tutto considerato abbastanza rispettosi degli
occupati, e questi ultimi, che alternavano la sufficienza e il disprezzo verso un esercito che
non li aveva vinti a una convivenza quotidiana abbastanza pacifica, favorita dalla prossimità
culturale e da una folta comunità italiana o di origine italiana.
Sica, attingendo agli archivi militari e diplomatici italiani e a quelli francesi, specie
quelli dipartimentali, offre un quadro più equilibrato, nel quale agiscono oltre alla IV
Armata e alla popolazione, il governo di Vichy, i tedeschi (una presenza ingombrante), e
la Commissione italiana di armistizio, il cui ruolo va però declinando. Inizialmente l’a.
sintetizza, più che le operazioni belliche, i rapporti italo-francesi in relazione agli emigrati
italiani, in genere integrati nella società francese ma in parte ancora politicamente legati
all’Italia, sia attraverso il fascismo, con aspirazioni annessionistico-irredentiste sostenute
dalle organizzazioni del regime; sia nel campo opposto del fuoriuscitismo.
Seguono capitoli sulla Commissione di armistizio e su Mentone, virtualmente annessa.
Lo sbarco alleato in Nord Africa provoca l’occupazione della Zona libera della
Francia. Con poche forze disponibili e scarsamente motorizzate il Regio Esercito non
riesce a occupare tutta la zona di sua competenza. Agli italiani restano Costa Azzurra e
Savoia. L’esercito si preoccupa della difesa delle coste e non favorisce l’irredentismo. Altri
capitoli tratteggiano la convivenza tra occupanti e occupati, l’opposizione che solo in rari
casi sfocia in azioni di guerriglia e le contromisure con arresti, processi e internamenti,
grazie anche all’opera dei Servizi. È poi esposta la politica verso i tanti ebrei rifugiatisi
nella zona italiana. Lo sbarco in Sicilia e il 25 luglio fanno rimpatriare parte delle truppe.
I tedeschi si preparano a intervenire, e lo fanno l’8 settembre cogliendo il resto della IV
Armata sul piede di partenza. Dopo breve resistenza gran parte dei suoi elementi è catturata,
mentre altri restano alla macchia in Francia. Il dopoguerra sarà duro per quanti,
italiani o francesi, saranno accusati di collaborazionismo

 Piero Crociani