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Nico Perrone – Enrico Mattei – 2001

Nico Perrone
Bologna, il Mulino, pp. 166, euro 11,36

Anno di pubblicazione: 2001

Pochissimi imprenditori italiani sono entrati nell’immaginario collettivo della nazione. Uno di essi è Enrico Mattei, colui che creò l’Eni e la Snam, dando all’Italia una politica nel campo degli approvvigionamenti energetici. Quanta parte dei motivi che lo hanno reso famoso anche alle generazioni che non lo hanno visto all’opera sia dovuta alla sua misteriosa fine e al successo del film Il caso Mattei, firmato nel 1972 da Francesco Rosi, protagonista un superbo Gian Maria Volonté, potrebbe essere una domanda oziosa, se non si considerasse che il volume di Nico Perrone è apparso presso il Mulino nella collana ?L’identità italiana?: una serie che riunisce ? come avverte l’editore ? ?gli uomini, le donne, i luoghi, le idee, le cose che ci hanno fatti quelli che siamo?. Mattei rappresenta di sicuro un ?uomo-simbolo?, che a ben diritto può figurare in una collana che ha quelle ambizioni culturali, se non addirittura ? e prima di tutto ? civili.
Il volume di Perrone giunge dopo una serie di studi che l’autore ha pubblicato negli anni ’90, dedicati allo stesso soggetto. Lavoro di sintesi, quindi, costretto entro i limiti imposti da una collana che si vuole agile, ma al tempo stesso incisiva, l’opera non evidenzia i rischi del paludamento che spesso ammanta operazioni analoghe. Per certi versi, anzi, l’autore non smentisce se stesso, né le tesi, qua e là dai toni forti, che si ritrovano nei suoi lavori precedenti. La ricerca di base era stata compiuta in passato, analizzando soprattutto la documentazione archivistica americana (ai National Archives e nelle biblioteche presidenziali), in parte quella italiana, mentre le fonti francesi o inglesi sono state trascurate in maniera inspiegabile. I precedenti professionali come membro dello staff centrale dell’Eni non hanno offerto vantaggi a Perrone: la consultazione dell’archivio Eni resta un sogno per molti ricercatori, incluso l’autore di questo volume. Certo, quando si respira per un po’ l’atmosfera del grattacielo dell’E.U.R. è inevitabile esserne un po’ condizionati. Ma la sindrome da accerchiamento ? l’Eni contro tutto e tutti ?, che fu a lungo sostenuta da Mattei, viene contenuta dall’autore, che pure non ne è totalmente immune. Il mito Mattei esce confermato da questo lavoro, non certo ridimensionato. La sua spregiudicatezza nei confronti del mondo politico italiano, oltre che nei riguardi dei più diretti concorrenti a livello internazionale, è presentata come un tratto caratteristico: e dell’uomo e del manager pubblico. Molti interrogativi restano aperti e non solo il più rilevante, relativo alla morte violenta: fino a che punto il potere politico (in tutte le sue articolazioni, istituzionali e partitiche) lo affiancò e poi lo abbandonò; in che modo Mattei definì il profilo industriale dell’azienda che dirigeva; come agì nei riguardi della struttura manageriale che lo circondava. La tipologia del volume è poco adatta a rispondere a tali questioni. L’interrogativo ultimo, poi, riguarda proprio il mito e la realtà dell’identità italiana che sta sullo sfondo di quest’opera: se personaggi come Mattei sono davvero parte costituente di ?quello che siamo?, resta da chiedersi perché non abbiano lasciato anche dei ?discendenti?, in grado di proseguire lungo la strada tracciata.

Luciano Segreto