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Nicoletta Fasano e Mario Renosio (a cura di) – I giovani e la politica: il lungo ’68 – 2002

Nicoletta Fasano e Mario Renosio (a cura di)
Torino, EGA, pp. 245, euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2002

Chi per passione o interessi professionali ha frequentato gli studi sul ’68 e sui processi di trasformazione transnazionali e metropolitani ad esso legati, troverà in questo volume un tentativo di verificarne gli ?effetti? in una provincia agricola e sostanzialmente periferica come quella astigiana. L’opera raccoglie infatti i contributi presentati in occasione del convegno che ha poi dato il titolo al volume promosso dall’Istituto per la storia della resistenza della provincia di Asti con l’intento di avviare una più ampia e sistematica riflessione su questi temi incrociando costantemente dimensione locale e nazionale.
In questo senso, gli aspetti più interessanti del volume riguardano la scuola e l’universo giovanile, il mondo cattolico, quello operaio e soprattutto la realtà contadina. Quest’ultima in particolare è forse quella più in grado di restituire elementi di originalità all’analisi e per questo avrebbe meritato un maggiore approfondimento.
Tra gli elementi che accomunano un panorama di contributi estremamente eterogeneo per approcci metodologici e temi ? si va dalla riflessione sulla musica come strumento di comunicazione politica (Diego Giachetti) alla disamina degli effetti del Concilio Vaticano II sui giovani astigiani (Gianfranco Monaca) passando come accennato per la ricostruzione del movimento di protesta contadino (Oddino Bo) ? spicca la centralità della dialettica tra politico e sociale che caratterizzò il ?lungo ’68? e che ciascun lavoro pone come presupposto della propria riflessione. I vari pezzi condividono inoltre gli elementi fondanti dell’analisi sviluppata nel saggio introduttivo da Marco Grispigni ? l’anti istituzionalità del movimento, la radicalità dei comportamenti e la rilevanza della dimensione generazionale ? differenziandosi semmai sul valore di cesura periodizzante del ’68 e, in alcuni casi, sulla loro messa in opera.
Pur nella varietà dei risultati va riconosciuto a questo gruppo di studiosi il merito di aver restituito nel tempo dignità storiografica all’evento ’68 inserendolo in quel lungo processo di trasformazione che interessò l’Italia per un ventennio, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. In questa senso, a proposito della ?stagione dei movimenti?, gli autori hanno giustamente ribadito la necessità di allargare lo sguardo sia ?geograficamente?, prestando attenzione a quanto accadde oltre i confini nazionali, sia in un’ottica più propriamente metodologica.
Ma è proprio da questo punto di vista che emerge il limite maggiore della riflessione storica e in parte del volume su questi temi; acquisita finalmente una ?normalità storiografica? (p. 16), come ha sottolineato proprio Grispigni, si tratta oggi di superare la dimensione di eccezionalità consolidando l’elaborazione e la messa in opera di categorie analitico-interpretative specifiche e riducendo, per quanto possibile, il debito epistemologico che in questo campo è venuto maturando con la sociologia e la scienza politica.

Manuela Lanari