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Nino Andreatta’s Economic Thought

Luca Sandonà
Bologna, il Mulino, 109 pp., € 11,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il breve volume di Luca Sandonà, scritto in inglese, si rivolge alla comunità internazionale degli storici del pensiero economico, con lo scopo dichiarato di far conoscere all’estero la figura di Beniamino Andreatta nel decimo anniversario della sua scomparsa. Economista, accademico di formazione keynesiana, cresciuto politicamente nella sinistra democristiana, Andreatta è stato il protagonista di passaggi delicati e svolte cruciali della politica economica italiana: il «divorzio» tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, l’adesione al Sistema monetario europeo, la liquidazione del Banco Ambrosiano, l’abolizione della scala mobile, la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno, la privatizzazione delle imprese pubbliche.
Più volte ministro negli anni ’80 e ’90, nella sua azione di governo Andreatta ha adottato un approccio antitetico al modello teorico seguito durante la carriera accademica e nella prima parte della sua vita politica. È proprio attorno a questa «conversione» dall’interventismo statale a un’economia market oriented che ruota il lavoro di Sandonà.
Il volume è composto da due capitoli indipendenti, che riepilogano i passaggi cruciali della biografia intellettuale e politica di Andreatta, ai quali si aggiunge un’intervista a Romano Prodi, suo allievo all’Università Cattolica di Milano e suo «erede» in campo politico. Nel primo capitolo, dedicato alla figura dell’economista, è tracciato un breve profilo biografico seguito da una ricostruzione dell’attività scientifica di Andreatta attraverso i suoi scritti. Dall’analisi dei contributi teorici emerge chiaramente l’adesione a un modello postkeynesiano, ibridato con il solidarismo cattolico e rielaborato per adattarlo al caso italiano. Il secondo capitolo percorre cronologicamente le diverse fasi della carriera politica, evidenziando come la «conversione» monetarista sia avvenuta in seguito all’assunzione di incarichi di governo, nel delicato contesto dell’adesione al Sistema monetario europeo. Il terzo, come si è detto, riporta un’intervista dell’a. a Romano Prodi, il quale illustra i capisaldi della visione politica di Andreatta, riconoscendo il debito verso il proprio maestro per la sua carriera accademica e governativa.
Arricchito da un’Appendice statistica e dall’Introduzione di Enrico Letta, altro allievo illustre di Andreatta, il volume di Sandonà è certamente un’ottima base di partenza per uno studio più approfondito del pensiero economico di un protagonista assoluto della politica economica italiana. La trattazione degli argomenti è in effetti troppo sintetica per offrire una lettura esauriente del profilo intellettuale di Andreatta e per chiarire le motivazioni alla base del suo allontanamento dal modello keynesiano. Non resta dunque che augurare all’a. di avere in futuro l’occasione e la possibilità di ampliare la propria ricerca, in modo da fornire nuovi elementi di analisi e precisare i termini della sua interpretazione.

Fernando Salsano