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Oltre la solidarietà. La Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze (1970-1991), Presentazione di Francesco Pagliasco, Introduzione di Nicola Labanca

Francesco Vegni
Milano, Unicopli, 182 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2018

A circa quindici anni dalla prima ricostruzione organica della storia dell’Associazione
nazionale pubbliche assistenze (Anpa) per mano di Fulvio Conti (I volontari del
soccorso. Un secolo di storia dell’Associazione nazionale pubbliche assistenze, Marsilio, 2004),
il volume di Francesco Vegni torna sull’argomento concentrandosi in modo particolare
sul ventennio che va dal 1970 al 1990. Un periodo, com’è noto, fatto di rotture e cambiamenti
sul piano sociale, economico e politico-istituzionale; rotture e cambiamenti che si
sono riflessi in maniera differente sulle politiche di Welfare State.
L’angolo prospettico da cui vengono osservati tali mutamenti è il mondo del volontariato,
che proprio in questi anni elabora una nuova definizione del suo stesso significato
e si allarga a settori d’intervento nuovi. Le molte associazioni hanno così assunto una
responsabilità pubblica nel dare risposte ai nuovi bisogni sociali – quali la tossicodipendenza,
i disagi giovanili, la tutela dei portatori di handicap e degli anziani – e allo stesso
tempo hanno «cominciato a svolgere anche un ruolo politico» (p. 16). Infatti, la ricerca di
Vegni – che fa buon uso dei ricchi documenti dell’archivio dell’Associazione inaugurato
a Firenze nel 2013 – mette chiaramente in luce come in un simile contesto «la capacità
delle associazioni di volontariato di stabilire un contatto diretto con la popolazione si
rivelò fondamentale: rappresentavano una vera e propria forma aggiuntiva di Welfare che
integrava, spesso garantendo una maggiore qualità, l’azione statale». Senza il pungolo di
queste associazioni, aggiunge l’a. «le istituzioni non avrebbero capito appieno i bisogni
emergenti dei cittadini» (p. 15). La storia dell’Anpa è molto rappresentativa da questo
punto di vista. Vegni la racconta in tre capitoli facendo ben dialogare la vita interna
dell’associazione con le vicende del contesto, lasciando affiorare un confronto serrato e
uno sprono reciproco. Per l’Associazione il punto di svolta decisivo è rappresentato dalla
«svolta di Sarzana» del 1978, in cui viene compiuto un notevole salto di qualità che la farà
uscire da una dimensione d’azione e di progettualità prettamente localistici avviandola
ad avere un’aspirazione d’intervento in ambito nazionale. Questo processo fu guidato
dalla Federazione toscana e dal suo presidente Patrizio Petrucci, poi ai vertici dell’Anpa
dal 1978 al 1994 e una cui interessante intervista è riportata in Appendice al volume. Sul
piano nazionale il punto d’arrivo più maturo di questo rapporto di contaminazione è
l’approvazione della legge quadro sul volontariato del 1991.
La vicenda dell’Anpa e il suo prezioso archivio ci dicono molto di esperienze avanguardiste,
anticipatrici di pratiche, di collaborazioni e di dialogo tra istituzioni e cittadini;
ci dicono che modi alternativi per affrontare momenti di crisi e difficoltà sociali sono stati
già elaborati e potranno servire da guida, tanto più in un momento in cui la partecipazione
popolare continua l’inesorabile distacco dalla politica e dalle sue ricette.

Domenica La Banca